HIGH SPEED

di Michela


Parte 1

L’ufficio del capo era, come al solito, in perfetto ordine: la scrivania di legno lucido splendeva al centro della stanza… ogni cosa poggiata su di essa sembrava che non fosse mai stata utilizzata, tanto era disposta perfettamente. Le pareti erano adorne di quadri, la maggior parte dei quali raffiguravano i trionfi più recenti ottenuti dalla squadra…

“Peccato che sia trascorso così tanto tempo dall’ultima vittoria…” pensò la giovane seduta sulla sedia di fronte alla scrivania… il suo sguardo si spostò lentamente da una parete all’altra, osservando i numerosi trofei collocati in bella mostra sopra le mensole dell’ufficio… Stancamente si alzò dalla sua posizione, avvicinandosi ad uno di essi ed accarezzandolo quasi come fosse una persona cara… sospirò malinconicamente, gettando uno sguardo al suo orologio da polso: le 13.15… “Accidenti, mi farà saltare il pranzo di nuovo!” mugugnò ed il suo volto assunse un’espressione insofferente, che tuttavia non diminuiva affatto la sua bellezza… era una bella ragazza dai capelli corvini e gli occhi neri come la notte, la sua figura longilinea era messa ancora più in risalto dal semplice tailleur color perla che indossava elegantemente… Certo, il fatto di avere una presenza gradevole l’aveva aiutata molto ad ottenere il ruolo di public-relationship manager della compagnia per cui lavorava ormai da qualche anno, ma a lei piaceva pensare che era riuscita ad ottenere quel lavoro grazie soprattutto alle sue capacità professionali… “In fondo… chi meglio di me conosce l’ambiente delle corse automobilistiche?” pensò sorridendo… la sua vita privata di un tempo aveva finito per influenzare in maniera indelebile la sua carriera lavorativa… scacciò velocemente alcune immagini che stavano per tornare alla sua memoria, aiutata in questo dal rumore perentorio di una porta che si apriva e si richiudeva…

La giovane si voltò verso la direzione da cui proveniva quel suono, immergendosi nuovamente nel suo ruolo…

“Buongiorno, cara… perdonami per l’attesa, avevo alcune questioni urgenti da risolvere…”

“Non fa niente, signore…” rispose educatamente.

L’uomo che aveva appena fatto il suo ingresso nell’ufficio, Hyosuke Sakamoto, era il proprietario di una delle più importanti scuderie automobilistiche del paese, la Black Lion Racing Team… era un signore di mezz’età, non era molto alto ma aveva una presenza imponente, probabilmente acquisita dal potere ottenuto in tutti quegli anni…

“Accomodati pure…” le disse, accennando alla sedia di fronte alla sua scrivania…

Lei obbedì prontamente, chiedendo: “Per quale motivo mi ha convocata, signore?”

“Dritta alla questione come sempre, vero?”

“E’ il mio lavoro…” sorrise…

“Bene, sarò breve: come sai, la compagnia naviga in cattive acque da un po’ di tempo a questa parte, sono ormai più di quattro mesi che non vinciamo una gara e se non risolviamo la situazione rischiamo di rimanere esclusi dal campionato del prossimo anno…”

“Signore, con tutto il rispetto, un momento di crisi può capitare a chiunque nel nostro ambiente…”

“Sono d’accordo, ma ultimamente sembra che stiano accadendo troppi “incidenti fortuiti” alle nostre auto…”

Lei comprese immediatamente “Sospetta un complotto?”

Sakamoto sospirò: “Le ipotesi non servono a niente se non sono avvallate da prove certe…”

“Capisco…”… la donna tacque, dando all’altro il tempo di continuare…

“Finché non sarò riuscito a dimostrare che qualcuno sta cercando di danneggiare la scuderia non posso fare nient’altro che modificare l’assetto di squadra…”

Lei alzò gli occhi sull’uomo: “Che cosa propone di fare, signore?”… Lui le porse una cartellina con l’effige di un leone nero, simbolo della Black Lion Racing Team, rispondendo alla sua domanda: “Per adesso ho ingaggiato questi due piloti, su consiglio di un amico comune… sono i migliori al momento e noi dobbiamo giocare il tutto per tutto nelle ultime quattro gare del campionato…”, poi tacque, aspettando che la ragazza aprisse il fascicolo…

Lei schiuse la cartellina e… ciò che vide la fece sussultare… rivolse al suo capo uno sguardo insieme interrogativo e sgomento, ma lui interruppe qualsiasi cenno di protesta: “Conosco molto bene il tuo passato, mia cara… ma temo che dovrai mettere da parte i tuoi sentimenti personali, altrimenti sarò costretto a fare a meno di te per questo incarico e sai bene che la cosa mi dispiacerebbe molto…”

Il velo di indecisione che le aveva offuscato gli occhi scomparve immediatamente… il suo lavoro era tutto quello che aveva di più importante al mondo, aveva dato l’anima per arrivare dov’era adesso e non ci avrebbe mai rinunciato… in fondo, era trascorsa una vita… rivederlo non poteva far male ormai… chiuse decisamente il dossier contenente la foto dell’uomo che un tempo aveva amato e poi erroneamente respinto…

“Mi dica che cosa devo fare, signore…”

Il volto dell’uomo si compiacque di un sorriso soddisfatto: “Bene… in qualità di public-relationship, dovrai andare a prendere Shimamura e Link all’aeroporto, arriveranno nel primo pomeriggio e l’autista sarà a vostra disposizione per l’intera giornata… portali alla scuderia e presenta loro il resto dello staff… stasera faremo la presentazione ufficiale in villa, quindi dovresti essere così gentile da occuparti di organizzare il ricevimento…”

“Sarà fatto, signore…” rispose…

“E’ tutto cara, non ti trattengo oltre…”

Lei fece per andarsene, quando Sakamoto la richiamò: “Mayumi…”

Si voltò, senza far trasparire le sue emozioni… “Sì…”

“Posso contare su di te?”

“Come sempre, signore…”

Lui sorrise affettuosamente… quella ragazza era come una figlia ormai… “Va’ pure, cara…”

Mayumi uscì dall’ufficio e, per la prima volta dopo anni, ebbe la terribile sensazione di soffocare…

Parte 2

Françoise e Jet stavano aspettando compostamente l’arrivo dei bagagli… il volo era stato molto lungo e faticoso per la notevole differenza di fuso orario… tutto quello che desideravano in quel momento era poter dormire tranquillamente, ma sapevano bene che cosa li aspettava…

Jet si passò una mano tra i capelli, sbuffando: “Temo che per le prossime ore possiamo dimenticarci il riposo…”

Françoise annuì con il capo: “Già… ho paura di sì…”

Si voltarono verso il Dottor Gilmoure e Joe, che erano alle prese con il check-out a pochi passi di distanza da loro…

Jet osservò la ragazza… aveva negli occhi un’espressione triste e malinconica… “Ma guarda il cretino che cosa si sta lasciando sfuggire…” pensò, ma si guardò bene di dare forma alle sue parole…

“A cosa stai pensando?” le chiese invece…

Lei si voltò di nuovo verso di lui: “Oh… nulla di particolare… mi stavo domandando perché mai il Professore ha voluto che partissi insieme a voi… insomma, che cosa potrei mai fare io per esservi utile in questa missione? Non conosco praticamente niente nel vostro campo…”

“Ho il dubbio che non stavi pensando affatto a questo…” ma disse: “Credo che sospetti un sabotaggio alle auto della Black Lion da parte delle squadre avversarie… in questo caso la tua vista ed il tuo udito potenziati potrebbero farci molto comodo…”

Lei però era scettica: “Se lo dici tu…”

Finalmente, giunsero le valigie… Françoise raccolse la sua e fece per avviarsi mestamente verso gli altri suoi compagni di viaggio, ma Jet improvvisamente l’afferrò per un braccio… lei si girò e lo fissò negli occhi interrogativamente…

“Senti Fran… sono veramente stufo di vederti soffrire per lui! Vedi di chiarire la cosa una volta per tutte, questa situazione fa star male entrambi…”

Françoise si irrigidì: “Non è certo per colpa mia… Joe è fatto così lo sai benissimo, è molto difficile per me…” arrossì suo malgrado, non aveva nessuna intenzione di parlare con Jet di questioni così personali… non poteva capire… o forse sì?

Il colloquio fu interrotto dai loro compagni di viaggio, che nel frattempo si erano avvicinati…

“Che sta succedendo? C’è qualcosa che non va?” chiese Joe, rivolto a Françoise, ma con lo sguardo fisso sulla mano dell’amico avvinghiata al braccio di lei…

“Ma tu guarda questo! Non vuole saperne di stare con lei, però è geloso persino se qualcuno ci parla! Che assurdità…” pensò Jet e disse “Tutto ok, sto aiutando Fran con il bagaglio… andiamo?” e, per tutta risposta, afferrò la valigia della ragazza, la prese per mano e si avviò all’uscita…

“Jet, ma che stai facendo?” sibilò lei…

“Shhh! Zitta… vediamo di smuovere il bamboccio” le disse, rafforzando la stretta di mano… che strano… era una bellissima sensazione… qualcosa che non provava ormai da un secolo… involontariamente, percepì il cuore che accelerava i battiti e allo stesso tempo si sentiva in torto…

Era quasi riuscito nel suo intento, perché Joe si stava avvicinando minacciosamente… quando un uomo alto, magro, nella classica livrea da autista, li fermò prima che potessero varcare la soglia dell’aeroporto…

“Scusatemi tanto… i signori Link e Shimamura?” chiese.

“Siamo noi” risposero all’unisono…

“Perdonatemi… io lavoro per la Black Lion Racing Team… ho l’ordine di condurvi ad una uscita laterale… qua fuori c’è una folla di giornalisti ed è pieno di telecamere… non è saggio percorrere questa strada… seguitemi per favore…” aveva parlato velocemente ed altrettanto velocemente aveva indicato loro di spostarsi verso un’altra uscita… i quattro erano rimasti un po’ perplessi, ma… d’altra parte... avrebbero dovuto rischiare…

Giunti ad una porta seminascosta dal lato opposto dell’aeroporto, l’uomo, che fino a quel momento non aveva detto altro, si rivolse di nuovo al piccolo gruppo: “Prego…” ed aprì la porta…

Joe, Françoise, Jet ed il Dottor Gilmoure uscirono, immediatamente seguiti dall’autista… ad attenderli affiancata al marciapiede una enorme limousine nera, con i vetri dei finestrini oscurati in modo da non poter guardare al suo interno…

“Meno male che non voleva dare nell’occhio” sussurrò Jet all’orecchio di Françoise… alla ragazza sfuggì un sorriso…

Ma il buonumore affiorato sul suo volto grazie alla battuta dell’amico svanì presto, non appena vide la donna che uscì da quell’auto… una bella ragazza bruna, fasciata in un elegante vestito chiaro… la riconobbe immediatamente! Quella donna rappresentava per lei un pericolo che aveva sperato di non dover più affrontare… gettò uno sguardo furtivo a Joe, temendo di leggere nei suoi occhi qualcosa che le avrebbe spezzato il cuore… stranamente l’espressione di Joe non era cambiata… com’era possibile! Quel fantasma del suo passato era di nuovo lì, proprio a pochi passi da lui, che un tempo aveva addirittura rischiato di morire per lei…

Come se le avesse letto nella mente, Joe si voltò, incrociando i suoi occhi… il suo sguardo era dolce, tenero… come se volesse esprimerle sicurezza e fiducia… ma forse si stava solo illudendo, forse era tutto frutto della sua immaginazione e della sua inutile speranza di voler credere che l’amasse…

Quell’istante fu interrotto dalla voce di Mayumi…

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Dopo un attimo di incertezza, Mayumi si avvicinò lentamente al gruppo…

Era rimasta colpita nel vedere quella bella ragazza bionda insieme a loro… che cosa diavolo ci faceva lì? Si ricordava perfettamente di lei… della sua dolcezza e delle sue premure quando Joe era stato male… era evidente che era innamorata di lui… e non le era sfuggito il comportamento dell’uomo quando l’aveva riconosciuta… si era immediatamente voltato verso Françoise e le aveva rivolto uno sguardo che un tempo era solo per lei… forse stavano insieme? No… no… impossibile… ne sarebbe stata informata… in una frazione di secondo fu costretta ad ammettere a se stessa che era gelosa di lui, che lo desiderava ancora nonostante tutto… e con quella donna in mezzo sarebbe stato un grosso problema…

“Maledetta… non me lo porterai via…” pensò “… lui mi ama lo so, non mi ha mai dimenticata… basterà soltanto farglielo ricordare…”

Rincuorata da questa folle idea, sfoggiò il suo più bel sorriso nel rivolgersi direttamente a Joe, ignorando gli altri... “Ciao Joe… come stai? E’ passato tanto tempo…”

“Bene grazie, Mayumi…” le rispose freddamente… “…ti ricordi dei miei compagni non è vero?”

Aveva cambiato discorso in fretta… non aveva importanza… per adesso…

“Certamente…” disse “… come stai Françoise? E’ molto che non ci vediamo” – e avrei preferito che non accadesse mai –

Le tese una gelida mano, ma Françoise la afferrò e la strinse con forza: “Benissimo, sei gentile a chiederlo…”

Il suo tono di voce era fermo e deciso… Mayumi sorrise a denti stretti e passò a salutare gli altri: “Professor Gilmoure... Jet… lieta di rivedervi”

Jet annuì controvoglia, mentre il Dottor Gilmoure ricambiò il saluto chiedendole: “Salve Mayumi… non sapevo che lavorasse per Hyosuke…”

“Sì, sono la responsabile delle pubbliche relazioni della Black Lion Racing Team… lavoro per il signor Sakamoto… praticamente dall’ultima volta che ci siamo incontrati”… evitò di accennare al fatto che quella fatidica volta fu quando Joe la salvò da una morte orribile in pieno deserto… non era quello il momento né il luogo adatto per rivangare quel ricordo, quindi proseguì “Vogliamo andare? Vorrei presentarvi la squadra con cui dovrete collaborare e poi… questa sera ci sarà la vostra presentazione ufficiale con una grande festa nella proprietà del signor Sakamoto… per cui dobbiamo muoverci…”

Accennò alla limousine, invitando i quattro ad accomodarsi…

In maniera del tutto inaspettata, Joe passò un braccio intorno alla vita di Françoise, accompagnandola alla macchina ed aiutandola ad entrarvi, dopodiché si sistemò accanto a lei…

Mayumi era letteralmente divorata dalla rabbia, a stento riuscì a trattenersi… “Vuoi la guerra, piccola stupida? Ebbene, l’avrai! Non ho mai perso una battaglia in vita mia… e questa non sarà certo la prima volta…” fece buon viso a cattivo gioco, sorrise e prese posto accanto a Jet nell’auto… il serpente velenoso che era in lei avrebbe morso molto… molto presto…

Parte 3

Il grande maniero di proprietà dei Sakamoto da generazioni era un turbine di suoni, luci e colori; il padrone di casa non aveva badato a spese ed aveva ordinato espressamente a Mayumi di organizzare una festa di benvenuto per i nuovi piloti che non avrebbero facilmente dimenticato…

Erano state invitate tutte le più alte personalità del mondo dello sport, oltre alle principali testate giornalistiche e televisive del paese… chiunque nel giro di poco tempo sarebbe venuto a conoscenza dei due assi nella manica della Black Lion Racing Team…

Una miriade di pensieri attraversava in quel momento la mente di Joe, accostato al bancone del bar, predisposto appositamente nell’enorme sala da ballo gremita di uomini e donne che danzavano al dolce suono di una melodia classica: “Che cosa vuole davvero la Black Lion da noi… che cosa ci fa qui Mayumi… ma soprattutto, perché il Professor Gilmoure e Françoise non sono ancora arrivati?...”

Quest’ultima riflessione lo portò a voltarsi da una parte all’altra della stanza… niente… i due non accennavano a farsi vedere… “Che siano in pericolo?... Forse sono stati aggrediti…”

“Dalla tua espressione posso benissimo immaginare a cosa stai pensando…” Joe si girò al suono della voce di Jet, interrompendo le sue elucubrazioni “… dove saranno finiti il Dottor Gilmoure e Françoise? Saranno in difficoltà? Che sia successo qualcosa?... e roba simile” concluse con un eloquente gesto della mano…

Joe cercò di assumere una parvenza di dignità… “Perché, tu non sei preoccupato? Hanno più di un’ora di ritardo…”

L’altro sorrise ironicamente: “Andiamo amico! E’ una donna!... Le donne sono sempre in ritardo, non lo sai? E poi…”

Improvvisamente, le parole morirono in gola a Jet, che rimase con la bocca aperta e gli occhi spalancati, fissi su un punto preciso alle spalle di Joe… Lui seguì la direzione del suo sguardo, voltandosi… quello che vide gli fece mancare il respiro…

Françoise era entrata nel salone, appoggiata al braccio del Professore… non appena aveva fatto il suo ingresso, tutti gli uomini presenti si erano voltati ad ammirare quella donna bellissima… nessuno l’aveva mai vista prima… era così bella da sembrare irreale, indossava un semplice e lungo abito di seta azzurra che esaltava il suo portamento delicato ed i suoi occhi chiari… portava i capelli elegantemente raccolti dietro la nuca e non aveva gioielli… ma, del resto, non sarebbero stati necessari… la sua bellezza risaltava unicamente dal suo modo di fare: sorrideva a chi si avvicinava per parlarle, rispondendo educatamente ad ogni domanda che le veniva posta, ed ogni suo dolce sorriso illuminava quella sala…

“Noto con rammarico che l’oggetto del vostro interesse non è la missione in questo momento…” il Dottor Gilmoure si era materializzato accanto a Joe e Jet, rimproverandoli bonariamente, con un largo sorriso sornione stampato sul viso…

“Oh… eh… beh… ecco… noi…” iniziarono a balbettare all’unisono, gesticolando assurdamente…

“Bene”, disse, aggiustandosi lo smoking, “credo che berrò qualcosa… divertitevi ragazzi…” e si avviò velocemente verso un cameriere che aveva in mano un vassoio colmo di flutes di champagne…

“Cavolacci!...” Jet acquisì di nuovo il dono della parola… “ma da dove è saltata fuori questa versione di Fran?”

Joe era rimasto immobile di fronte a quella visione… Jet continuò: “Sarà meglio che tu ti muova ad invitarla a ballare, prima che lo faccia qualcun altro…”

“Io?” rispose lui “Ma sei matto?? Sai benissimo che non so danzare…”

“E va bene”… disse Jet, scrollando le spalle… “Vuol dire che quel qualcun altro dovrò essere io…” e senza dargli il tempo di replicare si diresse speditamente verso la ragazza…

Joe lo osservò porgere la mano a Françoise e condurla al centro della stanza, iniziando con lei i movimenti di un armonioso valzer… si ritrovò suo malgrado a stringere con forza il bicchiere che teneva in mano, finendo per disintegrarlo… si ferì le dita, ma in quel momento l’unico dolore che sentiva era causato da una accecante gelosia…

Alle sue spalle, la scenetta non era affatto sfuggita agli occhi indagatori di Mayumi… la donna sorrise perfidamente… poteva trarre molti vantaggi da quella situazione…

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“In questo momento credo di essere l’uomo più invidiato della sala…” Jet sorrise soddisfatto alla donna che stringeva fra le braccia, facendola volteggiare delicatamente al suono delle note musicali…

“E perché scusami?” chiese Françoise.

“Come perché?? Sto ballando con la ragazza più bella in questa stanza!” disse semplicemente, come se non avesse capito una cosa così ovvia…

Lei arrossì violentemente… “Ma che dici? Oltretutto non mi sento neanche a mio agio vestita così…”

“Stai scherzando? Sei meravigliosa… mi sento tutti gli occhi degli uomini addosso… non che mi dispiaccia essere così ammirato…” disse, strizzandole un occhio…

Françoise gli sorrise felice e in quel momento Jet pensò che quel suo sorriso era la cosa più bella che avesse mai visto… ed era rivolto a lui… soltanto a lui…

Lei cercò di tornare seria: “Ma no, davvero, guarda che ci sono tante altre ragazze carine qui stasera… se vuoi invitare a danzare una di loro… io non me la prendo mica sai…”

“No… voglio ballare soltanto con te…”

Quelle parole erano uscite lentamente, in maniera così semplice, che si stupì persino lui stesso di aver avuto il coraggio di esprimerle… che cosa gli stava succedendo? Prima d’ora aveva sempre visto in Françoise una cara amica… niente di più… ma era davvero questa la verità? Forse la sua mente finora aveva cercato di nascondere quello che, al contrario, provava davvero il suo cuore…

Lui la guardava in silenzio, come se si aspettasse una risposta a quella frase… ma lei si limitò a fissarlo, stentando a credere a ciò che aveva appena sentito…

“Françoise…”

Ma lei non gli permise di continuare, interrompendo quel momento imbarazzante: “Scusami Jet… sono un po’ stanca… che ne dici se ci fermiamo adesso?” disse, cercando di cambiare argomento di conversazione…

Lui sospirò, prendendo di nuovo il controllo della situazione “Ma certo… vieni… raggiungiamo gli altri…”

Le offrì il braccio destro… lei vi si appoggiò lasciandosi condurre via dalla pista da ballo… non dissero una parola finché non giunsero al bancone del bar… entrambi avevano assunto un’espressione seria e distaccata…

Qualcosa tra loro si era irrimediabilmente incrinato…

Parte 4

Il fatidico giorno della prima gara era arrivato velocemente… la disputa tra squadre automobilistiche si sarebbe svolta proprio in Giappone, sul Circuito del Fuji. Alla vigilia del Gran Premio, nella sessione ufficiale delle prove del sabato mattina, Shimamura e Link avevano fatto registrare i tempi migliori… Joe aveva ottenuto la pole-position e Jet era al suo fianco in prima fila… i due avevano lavorato di gran lena nei giorni scorsi per raggiungere queste posizioni, ma la loro collaborazione era sempre stata molto formale… non un accenno alla festa appena trascorsa, nessuno dei due voleva affrontare la situazione in quel momento… la missione adesso veniva prima di tutto…

Il Professor Gilmoure e Françoise si trovavano nel box della Black Lion… la ragazza avrebbe avuto un ruolo molto importante nella gara: le comunicazioni via radio ai due piloti. Proprio in quel momento stava loro riassumendo le caratteristiche del percorso che si preparavano ad affrontare: “Come già sapete, il circuito ha un rettilineo iniziale che immette in una curva a destra, seguita da una serie di dodici curve molto impegnative. Mi raccomando, attenzione alla settima curva, ha un angolo di 300R(1)…”

“D’accordo…” risposero all’unisono nel piccolo microfono appositamente predisposto sotto i loro caschi protettivi…

“Buona fortuna ragazzi…”

I semafori posti sopra la griglia di partenza iniziarono ad accendersi… il rombo dei motori delle enormi monoposto si alzava sempre di più… non appena le luci si spensero, le auto partirono a razzo… Joe e Jet mantennero facilmente le prime posizioni ma, alle loro spalle… mai partenza fu più rocambolesca.

Tentando subito di attaccare i due davanti, uno dei piloti della Red Wolf, la principale antagonista dei Blacks, bloccò le gomme, distruggendole e creando una gran confusione alle macchine in coda… Il compagno di squadra tuttavia riuscì a passare, accodandosi immediatamente a Joe e Jet, cercando di recuperare la posizione.

Dopo 20 giri di pista, la Black Lion era in testa, tallonata dalla Red Wolf… la gara era davvero emozionante ed il pubblico sugli spalti si stava divertendo moltissimo… dalla sua tribuna privata, Sakamoto osservava attentamente tutti gli sviluppi insieme a Mayumi…

“Quei due sono incredibilmente bravi, mia cara… dovevo pensare prima ad una soluzione del genere per la squadra…”

Mayumi non rispose, si limitò ad annuire con il capo, sforzandosi di abbozzare un sorriso… in quel momento non le interessava affatto la Formula Uno… la sua mente era attraversata da ben altri pensieri… in quei giorni il suo rapporto con Joe non aveva fatto passi avanti, aveva tentato in tutti i modi, ma lui era sempre rimasto su un piano molto formale, parlando esclusivamente di lavoro e niente di più…

Inevitabilmente, i suoi ricordi tornarono all’ultima volta che l’aveva visto… quando gli aveva detto addio… mentre si imbarcava sopra una nave che l’avrebbe portata lontano da lui, in compagnia di un altro uomo che in quel momento credeva di amare… l’aveva osservato tornare tristemente dai suoi amici che lo aspettavano sulla banchina del molo… l’aveva osservato tornare da lei… da quella dolce ragazza bionda che gli aveva poggiato in quell’istante una mano sulla spalla, in segno di consolazione… “Forse non è giusto Mayumi…” le disse la sua coscienza “…lui non ti appartiene più ormai… ed è stata soltanto colpa tua…”. Ma la consapevolezza di questo pensiero ebbe vita breve: “No… devo tentare… non voglio perdere la speranza di riaverlo per me…”

All’improvviso, un boato terribile, seguito da uno schianto terrificante, la distolse dalle sue meditazioni…


(1)La lettera R è riferita all’angolo radiale delle curve misurato in gradi


“Attenti dietro ragazzi… la Red Wolf ha solo 3 secondi di distacco…” comunicò Françoise…

“La vedo” rispose Jet, gettando uno sguardo nel suo specchietto retrovisore destro, nel quale si faceva sempre più minacciosa la presenza del pilota avversario… schiacciò violentemente l’acceleratore, in modo da aumentare la distanza dal suo antagonista… esaminò di nuovo gli specchietti… il pilota della Red Wolf adesso sembrava più lontano…

“Tutto ok… cerco di seminarlo definitivamente…” detto questo, Jet iniettò ancora più benzina nel motore della sua fiammante monoposto… tentando di portarsi dietro a Joe, che si trovava in pole, ed aiutarlo a mantenere la posizione in caso di necessità…

Françoise scrutava attentamente gli sviluppi di quelle manovre nei monitors dei box della scuderia, accanto al Dottor Gilmoure…

Il Professore, che finora era rimasto in religioso silenzio per non disturbare il lavoro della ragazza, prese la parola: “Pare che tutto proceda per il meglio…”

Françoise tolse dai capelli le cuffie radiotrasmittenti… in realtà non ne avrebbe avuto alcun bisogno per comunicare con i suoi compagni, ma non era il caso di destare inutili sospetti intorno al motivo per cui erano stati ingaggiati dalla scuderia automobilistica… “Sì… sembra di sì…”

“Hai notato niente di strano, figliola?”

“No, Dottore. Ho eseguito una scansione accurata di tutte le auto partecipanti, dei box e della pista prima della gara… nulla di irregolare…”

“Mmhhhh… la questione si fa più complicata del previsto…”

Françoise sorrise allo scienziato: “Non si preoccupi… vedrà che riusciremo a venirne a capo…”

Il Professore le sorrise di rimando: “Lo spero, cara… vado da Sakamoto per aggiornarlo sulla nostra missione… a più tardi…”

Lei annuì e lo guardò mentre usciva dal box della Black Lion e saliva le scale che portavano alla tribuna coperta... sospirò… dopo il giorno della festa, dopo ciò che era accaduto, le rimaneva sempre più difficile concentrarsi a fondo sui suoi doveri…

“…voglio ballare soltanto con te…”

Quelle parole continuavano a risuonare nella sua mente… non riusciva a scacciarle… non tanto per il modo in cui Jet le aveva pronunciate, quanto per il loro significato…

“…voglio ballare soltanto con te…”

Françoise si portò le mani alla testa, chiudendo gli occhi… “Basta! Basta!” esclamò, scuotendo il capo…

“Santo cielo… che cosa devo fare? Che cosa?” pensò, aprendo di nuovo gli occhi “so bene cosa volevi dirmi Jet… ma io non posso… non posso…”

Eppure… sarebbe stato così semplice farsi amare da lui… e lei aveva un disperato bisogno di sentirsi amata totalmente… senza condizioni… senza riserve…

“Sarebbe solo un atto di egoismo da parte mia… io ti voglio molto bene Jet ma non nel modo in cui vorresti tu…”

Improvvisamente… una sorta di presentimento la distolse dalle sue riflessioni… una sensazione gelida ed allo stesso tempo incredibilmente dolorosa… qualcosa di inspiegabile la portò a voltarsi di nuovo verso i monitor… appena un istante prima di vedere la macchina di Jet schiantarsi a tutta velocità contro uno dei muri a bordo-pista… riuscì a percepire un grido disperato vicino a sé… finché non si rese conto che quell’urlo proveniva da lei stessa…

Parte 5

Monza, F1 Championship – Gran Premio d’Italia – ore 13.56

“Sei pronta, Françoise?”… la voce del suo compagno di squadra aveva un suono diverso ascoltata nelle piccole cuffie sotto il casco da pilota… che cosa diavolo stava facendo?... inspirò ed espirò lentamente, cercando di mantenere la calma… chiuse gli occhi… la sua mente iniziò a viaggiare nel tempo…


Dieci giorni fa…

Dopo l’incidente in pista accaduto a Jet la giornata prima, Sakamoto aveva immediatamente convocato nel suo ufficio Mayumi, il Professor Gilmoure, Joe e Françoise per decidere il da farsi… Jet era ancora ricoverato in seguito all’incidente… fortunatamente non aveva riportato lesioni gravi, soltanto un trauma distorsivo al braccio destro… certamente, se non fosse stato un cyborg sarebbe sicuramente morto dopo un impatto del genere… comunque il colpo subìto non gli avrebbe permesso di guidare per molto tempo… la scuderia era di nuovo nei guai… non c’era tempo per trovare un altro pilota e con tre gare ancora da affrontare la situazione era diventata estremamente difficile da risolvere…

“Temo proprio che dovrò ufficializzare il ritiro della squadra dal Campionato di quest’anno…” disse Sakamoto, con una nota di rammarico nella voce…

Mayumi esplose istantaneamente: “Ma… signore… questo significherebbe precludere alla Black Lion l’iscrizione alle gare del prossimo anno…”

“Non vedo altra soluzione, mia cara… con Link infortunato non possiamo fare altrimenti…”

“Non possono farvi correre con un solo pilota?” chiese il Dottor Gilmoure

Joe rispose: “No, dottore… le regole della Formula 1 sono categoriche: ogni scuderia deve mettere in pista due partecipanti… senza eccezioni…”

Calò il silenzio… nessuno aveva voglia di parlare… tutto stava per concludersi nel peggiore dei modi: la Black Lion che si ritirava… la missione che stava per fallire…

Improvvisamente, Françoise, che non aveva mai parlato sinora, intervenne risolutamente: “Lo farò io.”

Tutti i presenti si voltarono a guardarla… Joe le chiese: “Farai… che cosa?”

Lei lo guardò decisamente, sorridendo: “Il tuo secondo pilota!”

“Cosaaaa?? Sei impazzita per caso??” scattarono all’unisono Joe ed il Professore… ma la ragazza mantenne la sua tranquillità…

“Calmatevi!” disse loro “non vedo quale sia il problema… il regolamento non vieta alle donne di partecipare al Campionato…”

“Non è questo… è che… insomma, tu non sai niente di Formula 1! Non sai neanche come è fatta un’auto normale, figuriamoci una monoposto! Per non parlare di guidarla poi!” Joe stava dando in escandescenze… non gli piaceva affatto la piega che stavano prendendo le cose…

“Posso sempre imparare!” rispose lei “e comunque… tu puoi sempre insegnarmi, abbiamo quasi dieci giorni di tempo…”

“Françoise… cerca di capire… è una cosa impossibile…”, Joe scosse la testa, ma lei rimaneva ferma nelle sue decisioni…

“Soltanto perché lo pensi tu non vuol dire che sia irrealizzabile… non hai fiducia in me per caso?”

“Qui non si tratta di una questione di fiducia! Tu rischi la vita scendendo in pista!”

Mayumi, sinora spettatrice silenziosa nel battibecco tra i due, intervenne: “A me pare un’ottima idea, Françoise…”… ovviamente aveva tutto da guadagnare da quella situazione… se fosse accaduto qualcosa alla ragazza, lei avrebbe finalmente avuto campo libero con Joe…

Lui le rivolse uno sguardo glaciale, ma lei non si lasciò intimidire: “Anzi, direi che è l’unica cosa da fare in questo momento… non possiamo sacrificare il lavoro di un anno intero…”

“E’ forse più importante il lavoro della vita di una persona per te, Mayumi?” chiese freddamente Joe…

Prima che l’altra avesse il tempo di rispondere, Sakamoto interruppe il diverbio: “Va bene, adesso basta!... Credo che l’ultima parola non spetti affatto a noi…”, poi si rivolse paternamente a Françoise “… ascolta cara… spero tu sappia che non ti obbligherei mai a fare una cosa del genere… certo, te ne sarei davvero molto grato, ma non vorrei mai metterti in pericolo, per nessuna ragione… tuttavia, sta solo a te decidere… ti prego solo di rifletterci bene…”

Françoise gli sorrise: “Non ce n’è bisogno, signore… ho già fatto la mia scelta…”

“D’accordo allora” disse Sakamoto, interrompendo sul nascere le proteste di Joe “farò in modo che tu sia istruita nel migliore dei modi per la prossima gara… vieni con me… informeremo insieme il resto dello staff…” poi, rivolto agli altri concluse “… vogliate scusarci…” lasciandoli interdetti, senza possibilità di replica…

Una volta usciti dal suo ufficio, Sakamoto pose le sue mani sulle spalle di Françoise… aveva le lacrime agli occhi: “Grazie, mia cara… probabilmente stai salvando l’esistenza di molte persone con il tuo gesto… ti sarò sempre riconoscente per questo…”


Monza, F1 Championship – Gran Premio d’Italia – ore 13.59

“Faccio solo il mio dovere, signore…”

“Come?... Françoise che cosa hai detto?”

Lei si riscosse da quel ricordo… tornando alla realtà… “Oh… niente Joe… scusami… sono pronta.”

“Ricordi tutto quello che hai imparato vero?”

“Alla perfezione! Sei stato un ottimo insegnante…”… non poté vedere il suo sorriso, ma riuscì a percepire il calore della sua voce: “Bene… cerca di restarmi sempre vicina e non stra-fare… se vedi che le cose si mettono male, fermati d’accordo?”

“Tranquillo, non succederà!”

“Lo spero proprio… Buona fortuna Fran…”

“Anche a te, Joe…”

I semafori si spensero… la corsa era iniziata…

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Françoise schiacciò con violenza il pedale dell’acceleratore… la monoposto schizzò in avanti repentinamente, lasciando una fumante impronta di gomme sull’asfalto… nello stesso momento lei si sentì rimbalzare all’indietro sul suo sedile, tanta era la forza con cui si era lanciata nella gara…

Certo che se qualche anno prima le avessero detto che un giorno si sarebbe ritrovata a guidare un bolide del genere in una gara di Formula Uno non ci avrebbe mai creduto… ma la vita a volte è proprio strana, ti obbliga sempre a metterti in gioco e lei questo lo sapeva molto bene… niente di quello che aveva sognato fin da ragazzina si era avverato e, vista la situazione, non si sarebbe mai realizzato…

Ma non era questo il momento più opportuno per pensare a queste cose... diligentemente Françoise alternava acceleratore e frizione e sterzava a destra e sinistra… dovette ammettere con se stessa che era davvero brava, l’auto procedeva velocissima e lei era concentrata al massimo… con orgoglio tipicamente femminile, voleva dimostrare che non era da meno degli altri piloti maschi, soprattutto del suo compagno di scuderia.

Aveva mantenuto la sua monoposto al massimo della velocità e questo le permise, all’ultimo giro di pista previsto dalla gara, di arrivare immediatamente dietro al pilota della Red Wolf, che occupava in quel momento la seconda posizione, dietro a Joe. Quest’ultimo, dal canto suo, si accorse della troppa vicinanza della ragazza e iniziò ad allarmarsi - come se non lo fosse già stato per tutta la gara! -

“Françoise, ti ho detto di non esagerare… siamo all’ultimo giro… mantieni la posizione!” le gridò in cuffia… ciò che si sentì rispondere gli fece sgranare gli occhi…

“Lasciami fare!!!”

Qualcosa in quel tono di voce gli fece pensare che era meglio rimanere in silenzio…

Parte 6

Joe non si sarebbe mai aspettato di vedere nel suo specchietto retrovisore quello che accadde nel giro di pochi secondi… Françoise aveva spinto la sua monoposto ai limiti e stava per sorpassare l’auto dei Reds sul lato sinistro, quando, con una finta degna di un esperto pilota, la infilò invece sul lato opposto e si portò senza troppa difficoltà dietro a Joe.

Lui era rimasto impressionato da quello che aveva appena fatto la sua Fran… sua?... da quando in qua era diventata sua?... decise di non badare a quello che aveva appena pensato e si rivolse di nuovo a lei…

“Sei una pazza incosciente lo sai? Ma che t’è saltato in testa???”… il suo voleva essere un rimprovero, ma gli sfuggì un sorriso compiaciuto mentre lo diceva…

“Ti avevo detto di lasciarmi fare no?” gli rispose sorniona…” piuttosto, sta’ attento a non farti sorpassare pure tu” ed accompagnò la frase con un potente rombo del motore della sua auto…

Joe sorrise “Sì, sì… come no signorinella… ci vuole ben altro per farla a me!”

Immersi in questo innocente battibecco, non si erano neanche accorti che stavano per tagliare il traguardo. La bandiera a scacchi che segnava la fine della gara si abbassò prima al passaggio di Joe e poi a quello di Françoise, segnalando definitivamente ai due piloti la prima e la seconda posizione.

Un enorme successo per la Black Lion!

Le due monoposto scure stavano raggiungendo lentamente l’area a bordo pista dedicata all’arrivo delle prime tre classificate. Il primo ad arrivare fu ovviamente Joe che, entusiasmato dalla vittoria, si alzò rimanendo all’interno dell’abitacolo dell’auto, gettò via il casco e alzò le braccia in segno di trionfo. Subito dopo di lui, arrivò anche Françoise… Joe si voltò ad osservarla: la ragazza si alzò a sua volta, si tolse il casco e lo tenne stretto a sé con la mano sinistra, mentre con la destra salutava il suo team, i tifosi e il pubblico in festa.

Lui stava continuando a guardarla rapito: era così bella, il suo corpo risaltava in tutta la sua femminilità avvolto nella tuta da pilota, i suoi lunghi capelli biondi erano mossi dal vento, i suoi occhi azzurri brillavano nella luce del sole…Lei si voltò verso di lui per regalargli il suo più bel sorriso… era semplicemente meravigliosa.

Quello che successe subito dopo, andò contro a tutti i ragionamenti più logici e sensati di Joe… non sapeva neanche lui spiegarsi il motivo per il quale i suoi movimenti non li obbedivano più, se non forse che in quel momento il suo cervello aveva completamente disconnesso i neuroni….

Scese come un fulmine dalla sua auto, corse verso la ragazza, la afferrò per i fianchi facendola scendere dal suo bolide scuro con una tale foga che a lei scappò via il casco dalla mano e, dopo averle fatto fare una mezza giravolta, la baciò…

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Stava forse sognando?... Sì… era sicuramente un sogno… Joe che la stava baciando tenendola stretta a sé… non poteva essere reale… era praticamente impossibile!

In un primo momento era rimasta paralizzata dal suo gesto, poi iniziò a divincolarsi offesa… ma che cavolo gli era preso? Comportarsi così nel bel mezzo di una folla urlante?, anche se, in tutta sincerità, non le dispiaceva affatto... Il suo lato razionale però prese il sopravvento: istintivamente, poggiò entrambe le mani sulle spalle di lui, tentando di allontanarlo, ma l’unica risposta che ottenne fu che Joe mise la sua mano sinistra dietro la nuca di lei, impedendole di spostarsi e rafforzò la presa intorno alla vita di Françoise con la mano destra... La lingua di lui le stava chiedendo maggiore accesso e lei, obbedendo ad un impulso finora sconosciuto, aprì la bocca…

E fu in quell’istante che anche lei perse completamente ogni minimo barlume di ragione… in fondo… era quello che aveva sempre desiderato, con tutto il cuore… e poi… non era forse un sogno quello che stava vivendo? E allora, dannazione, voleva goderselo fino in fondo… al diavolo tutto e tutti!

Gli allacciò le braccia al collo e rimasero così… assaporandosi l’un l’altro per la prima volta… il mondo intorno scomparve improvvisamente… in quell’attimo esistevano solo loro due e tutto quell’amore e quella passione che avevano tenuto ben nascosti in fondo all’anima e che adesso stavano esplodendo…

La mancanza di ossigeno li obbligò a staccarsi… si fermarono restando ancora abbracciati, con la fronte di lui unita a quella di lei, guardandosi negli occhi… Joe fece per parlare ma furono immediatamente trascinati lontano l’uno dall’altra dal vortice dei festeggiamenti…

Finalmente la Black Lion celebrava la sua prima vera vittoria dopo molto tempo… tutti gioivano per quella magnifica impresa, tutti acclamavano i due grandissimi piloti che li avevano fatto vivere quei bellissimi momenti… tutti… meno una donna bruna che, con gli occhi rivolti agli schermi televisivi, si stava mordendo le labbra e aveva stretto i pugni così forte da conficcarsi le unghie nelle carni…

"Salve! Innanzitutto vorrei ringraziare tutti coloro che leggeranno questa fanfic...
Vorrei fare una precisazione sulla mia storia: premetto che alcuni non saranno d'accordo con me, ma io ho sempre immaginato i cyborg come esseri non completamente robotici, ho sempre voluto pensarli come esseri umani con un qualcosa in più, per questo nelle mie storie li descrivo come persone uguali a noi, anche se so che non è così. Concedetemi la "licenza poetica" ^_____^
Ancora grazie e Buona lettura
Michiredfox"

Parte 7

Mayumi era rimasta chiusa nel suo ufficio per il resto della giornata, mentre tutti gli altri festeggiavano, a tormentarsi ripensando allo spettacolino a cui aveva dovuto assistere giusto poche ore prima… I giornali scandalistici avevano trovato pane per i loro denti affamati di gossip; già le sembrava di vederli i titoli del giorno dopo: - Françoise Arnaul: il Leone Nero più bello della storia della Formula Uno! -, - Il nuovo pilota della Black Lion manda su di giri il pubblico… e non solo! – e roba simile, con tanto di fotografie e scatti vari allegati…

“Dannata sgualdrinella!” imprecò, battendo i palmi delle mani sulla scrivania ed alzandosi di scatto, fregandosene altamente di qualcuno che avrebbe potuto sentirla, dato che le sue urla stavano rasentando il limite consentito dagli ultrasuoni…

“Maledetta, maledetta, maledetta!!!” alzò il viso verso la finestra del suo studio… era buio e probabilmente si era fatto molto tardi… “devo agire stanotte stessa, o lo perderò definitivamente… non posso permetterlo… non voglio!”

Aprì velocemente la porta ed uscì in fretta, più che decisa ad attuare il folle piano che aveva in mente già da qualche giorno…ma, non appena raggiunse il corridoio che portava all’uscita dell’enorme palazzo della Black Lion Racing Team, si sentì afferrare, non tanto garbatamente, per un braccio…

Si voltò e si ritrovò a fissare gli occhi azzurri di Jet, che la stava osservando in un modo che a Mayumi non piacque affatto… era come se volesse rimproverarla per qualcosa che, in fondo, non era ancora accaduto…

Si liberò malamente dalla sua presa, ostentando un’aria di sufficienza e cercando di dare alla sua voce un tono più sereno possibile: “Che cosa vuoi Jet?”

“Impedirti di commettere una sciocchezza…” le rispose tranquillamente… cos’è?... le leggeva nel pensiero?

“Non capisco di cosa stai parlando” gli disse lei, apparentemente calma, ma tradita da un lieve rossore che le era comparso sul volto.

“Lo sai benissimo invece…” Jet sospirò e riprese “…lascialo perdere Mayumi… quei due si amano… non ti è bastato vedere quello che è successo oggi?”

La donna iniziò ad agitarsi ancora di più: “Non significa un bel niente! Se quella non gli si fosse gettata addosso…”

Jet la interruppe istantaneamente… chi era lei per parlare di Françoise in quel modo arrogante… come si permetteva? “Non mi pare proprio che sia stata «quella» a gettarglisi addosso come dici tu… anzi… tutto il contrario…” concluse incrociando le braccia al petto e stampandosi un sorrisetto ironico in faccia.

Mayumi era livida di rabbia, ma cercò ostinatamente di nasconderlo: “Ma come? Proprio tu mi fai la predica? Ho visto come guardi Françoise… la ragazzina non ti è affatto indifferente… tu le vuoi molto bene e forse c’è anche qualcosa di più… dovresti aiutarmi invece di metterti a fare l’avvocato delle cause perse!”

L’avrebbe strozzata volentieri… quella donna non gli era mai andata a genio sin dalla prima volta che si erano incontrati: era subdola, meschina ed una grande egoista… pensava solo a se stessa e alla sua felicità, nonostante potesse fare del male a chi le stava accanto… ma cosa ci aveva trovato Joe in una come lei?

“È proprio perché le voglio bene che non desidero altro che sia felice!... Françoise ha sofferto molto nella sua vita e non sarò certo io a negarle quella serenità che sembra aver finalmente trovato! Quando ami qualcuno, cara la mia Mayumi, vuoi solo vederlo contento, anche se questo ti fa star male!”

“Allora avevo visto giusto… tu sei innamorato di lei…” sibilò…

“Noto con disappunto che non hai capito un bel niente del mio discorso…” Jet faticava a non innervosirsi…

“Oh no… ti sbagli…” gli disse girando sui tacchi e imboccando l’uscita dell’edificio…

Jet la richiamò di nuovo: “Mayumi! Te lo ripeto: non azzardarti a fare qualcosa di cui potresti pentirti!”

Lei aveva già la mano destra sulla maniglia della grande porta a vetri che dava sulla strada… si voltò un istante: “E tu vedi di non metterti sulla mia strada!”… dopodichè se ne andò definitivamente.

A Jet non era piaciuto affatto il suo sguardo freddo e determinato…

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Joe era davvero molto stanco… era stata una giornata lunga e faticosa: la tensione della gara, la vittoria, i festeggiamenti, le interviste di rito, le innumerevoli fotografie… ma in quel giorno estenuante c’era solo una cosa che non aveva ancora fatto: parlare con Françoise.

L’aveva baciata… ancora stentava a crederci… ma che diavolo gli era preso?... si era comportato come un adolescente idiota in piena tempesta ormonale!... però… però… cavolo se gli era piaciuto… lì per lì aveva agito d’impulso, ma mentre la stringeva a sé sentiva di stare bene, aveva provato un’emozione così forte che in quel momento si era dimenticato di tutto e di tutti… non avrebbe mai voluto lasciarla andare… mentre si avviava verso la sua stanza, nell’hotel 5 stelle dove alloggiava tutto il team della Black Lion, gli tornarono in mente gli occhi azzurri di lei, i suoi capelli mossi dal vento, il fremito del suo corpo mentre la teneva stretta, le sue labbra rosse…

“Devo assolutamente parlarle” pensò mentre apriva la porta della sua camera “ormai è inutile mentire anche a me stesso… io l’amo…e non posso farci niente”…era come se questa consapevolezza lo avesse finalmente liberato da un grosso peso… si sentiva più leggero… non voleva più nascondere i suoi sentimenti, perché faceva male, troppo male, e lui ne aveva abbastanza di soffrire, desiderava anche lui un po’ di felicità, un po’ d’amore… ce l’aveva sempre avuto sotto gli occhi e non se ne era mai accorto… ma da adesso in poi le cose sarebbero cambiate… sorrise a questo pensiero, ma il sorriso gli morì sulle labbra una volta entrato in camera…

Il corridoio che portava alla stanza da letto era letteralmente ricoperto di petali di rosa, le luci erano soffuse e nell’aria risuonavano le dolci note di una melodia classica… si fermò all’ingresso della camera con un’espressione indecifrabile in viso…

“Bene… tu guarda che sorpresa…”

Mayumi era comodamente distesa sul suo letto, con in mano un bicchiere di champagne, e «vestita» se così si fosse potuta definire, soltanto di un succinto baby-doll nero che lasciava davvero poco all’immaginazione… non sapeva bene il motivo, ma la cosa lo irritò alquanto…

“Gradita spero…” gli rispose lei, sfoderando un seducente sorriso.

Joe non si perse in preamboli: “Che cosa vuoi Mayumi, sono molto stanco e voglio riposarmi…” le disse, mentre passava oltre il letto senza degnarla di uno sguardo.

Lei non si fece scoraggiare dall’atteggiamento piuttosto freddo di lui… “Volevo farti i miei complimenti per la splendida vittoria di oggi pomeriggio…” si avvicinò pericolosamente a Joe, cingendogli il collo con le braccia e incollando il suo corpo a quello di lui che, tuttavia, rimase impassibile, con le braccia rigidamente distese lungo i fianchi e un’espressione gelida negli occhi…

Mayumi lo stava fissando: “Pensavo che potevamo festeggiare a modo nostro…” gli disse maliziosamente, mentre le sue mani voraci iniziavano a sbottonare la camicia di lui…

Joe le afferrò i polsi in modo così violento che lei provò per un istante paura, ma fu solo un attimo mentre gli sussurrava sensualmente “…oppure hai dimenticato quanto ci piaceva festeggiare le tue vittorie?”

La risposta di lui non si fece attendere… “Le cose sono cambiate da allora… io non ti amo più Mayumi… e non faccio l’amore con una donna che non amo…” calcò molto le parole dell’ultima frase… ma lei non si arrese neanche di fronte all’evidenza: “Non ci credo…tu non mi hai mai dimenticata lo so… lo sento…”

Joe la allontanò da sé neanche tanto gentilmente: “Vattene… non abbiamo più nulla da dirci…” ma, mentre si avviava verso la porta per farla uscire, lei lo prese per un braccio e quando lui si voltò ne approfittò per baciarlo…

Durò tutto pochissimi secondi, perché Joe la scostò bruscamente, afferrandola per le spalle… la guardò con risentimento ma… c’era qualcosa che non andava, quasi un’orribile sensazione di affogare…

Mayumi stava fissando un punto preciso oltre Joe e stava sorridendo… quel suo sorriso aveva qualcosa di spregevole e malvagio… lentamente lui si girò nella stessa direzione dello sguardo di lei e…no!... non poteva essere vero… Françoise era lì e lo stava guardando…

Joe non se l’aspettava…

Probabilmente aveva bussato, ma non ottenendo risposta era entrata e adesso… adesso era lì… con gli occhi spalancati per la sorpresa della scena di cui era stata involontaria spettatrice… Dio mio… che cosa penserà ora?

Joe si mosse verso di lei…

“Françoise…”, ma lei indietreggiò rapidamente…

“Io… io…” alternò lo sguardo da Mayumi, che ancora sogghignava, a Joe, che invece era affranto… “io… scusatemi, non volevo disturbare…” le sfuggì una lacrima mentre usciva così velocemente che avrebbe potuto fare concorrenza all’acceleratore di Joe…

“No!! Aspetta ti prego!!!” le gridò, ma fu nuovamente bloccato dalla mano di Mayumi: “Lasciala andare…è meglio che lo sappia non credi?”

Joe non ci vide più…ora che le cose potevano andare diversamente, ora che aveva trovato il coraggio di affrontare i suoi sentimenti, che poteva avere la donna che amava…

Si voltò verso colei che aveva rovinato tutto… era così accecato dalla rabbia che non riuscì a controllarsi… la sua mano si strinse al collo di Mayumi così forte che la sollevò letteralmente da terra, mentre lei adesso era davvero terrorizzata…

“Che cosa deve sapere? COSA???” gli occhi di lui erano in fiamme per la collera.

“Joe.. la-lasciami… non… non riesco…a respirare!” stava annaspando, ma lui non mollava la presa, anzi la avvicinò al suo viso e il tono della sua voce era così furioso che Mayumi credette davvero di morire soffocata…

“Tu… vorrei tanto sapere se conosci il significato di parole come amore e rispetto, vergogna o pudore… sei solo una schifosa!”… le vomitò addosso tutta la sua ira e il suo dolore, dopodichè la scaraventò a terra senza tanti complimenti.

Lei alzò gli occhi su di lui e, guardandolo, prese coscienza di qualcosa che avrebbe preferito non sapere mai: adesso la odiava… Joe la odiava per quello che aveva appena fatto… non riuscì a sostenere quegli occhi pieni di rancore… abbassò lo sguardo tenendosi le mani al collo che lui aveva stretto così violentemente…

Joe la lasciò lì sul pavimento e corse fuori dalla stanza… probabilmente andava a cercarla, si disse Mayumi, correva per cercare di riportarla indietro… Françoise e non lei… Françoise gli aveva rubato il cuore, quel cuore che un tempo era stato suo, soltanto suo… ma ora… lei non significava più niente per lui…

E Mayumi pianse… pianse per la prima volta dopo anni… pianse distesa sulle mattonelle fredde di una camera d’albergo… pianse sul suo amore perduto… pianse rendendosi finalmente cosciente di quello che era diventata…

Parte 8

Pioveva… una pioggerellina fitta ed insistente che le bagnava il viso rigato di lacrime… era quasi l’alba…

Aveva corso come una pazza per tutta la notte, cercando di scappare, tentando invano di scacciare dalla mente la loro immagine…

Cominciò di nuovo a piangere… ma non aveva ancora esaurito le lacrime? Quanto ancora era capace di versarne?... non le sembrava di aver già sofferto abbastanza?...

Che stupida che era stata… aveva davvero creduto che stavolta le cose sarebbero andate diversamente, perlomeno ci aveva sperato, e invece… lei era di nuovo tornata nella sua vita e, a giudicare dal loro comportamento, lui era molto felice di questo…

Improvvisamente iniziò a ridere… una risata isterica, agonizzante… lacerante… “Sei una cretina Fran” e continuava a ridere, ridere, ridere finché non si sentì mancare le forze e dovette appoggiarsi ad un muro… ma quel sorriso forzato non scomparve dal suo volto… “Sì, sei proprio una cretina e pure un tantino demente e idiota Fran…” si ripeté.

Adesso basta! Era ora di farla finita una volta per tutte con questa storia… era arrivato il momento di smetterla con questo tira e molla che attentava seriamente alla sua sanità mentale…

Già… alla sua… perché lo stronzo ci sguazzava come un pesce nell’acqua in questa situazione… perché magari gli faceva anche comodo avere una donna in ogni porto come i marinai, tanto lei era sempre ad aspettarlo buona buona a casa, senza fare domande, senza mai chiedere niente… lei che gli perdonava sempre tutto, bastava che lui la guardasse con quegli occhi scuri e lei si scioglieva… poteva anche essere andato a puttane e averla sempre presa per il culo per quanto ne sapeva, ma a lei non importava vero? Le bastava un minimo di attenzione da parte di quell’egoista, misogino e pure maschilista, che dimenticava tutto! Stupida cretina che non era altro!

Ma cosa aveva fatto di male per innamorarsi di uno così?

Non seppe come… si ritrovò a ricordare sua madre che, in un bel giorno di primavera, passeggiava insieme a lei ancora bambina, tenendola per mano…

“Mamma, quando capirò di essere innamorata di qualcuno?” le aveva chiesto nell’innocenza dei suoi cinque, forse sei anni…

Sua madre l’aveva guardata dolcemente e le aveva accarezzato una guancia: “Tesoro… lo capirai vedrai… lo capirai perché quel qualcuno ti diventerà indispensabile come l’aria che respiri, perché se gli starai lontana ti sembrerà di essere incompleta e ti sentirai molto sola…”

Era ancora piccola e di tutto quel discorso complicato aveva compreso soltanto che sarebbe rimasta sola e aveva risposto: “Oh no… a me non piace stare sola mammina!”

Sua madre le aveva sorriso: “Lo so amore mio… lo so…”

E invece… adesso lo era davvero… sola… “Mamma… vorrei tanto averti ancora con me…”

Stava per piangere ancora… eh no! No, no e poi no!... Si passò una mano sugli occhi arrossati e alzò il volto… meravigliandosi del luogo dove si trovava…

Correndo era arrivata fino all’albergo dove alloggiava la squadra avversaria, la Red Wolf…

Lentamente si materializzò un’idea nella sua testa… dopotutto era un cyborg ed aveva una missione da portare a termine… evidentemente era stato un segno del destino ritrovarsi lì…

Sorrise a quel pensiero ed attraversò decisa la soglia dell’hotel…

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Erano tutti riuniti nell’ufficio di Sakamoto: oltre a lui, c’erano il Dottor Gilmoure, Joe, Jet e quella vipera di Mayumi che però, stranamente, se ne stava mogia mogia in disparte, senza intromettersi minimamente.

Erano passati due giorni dalla scomparsa di Françoise, nessuno sapeva dov’era finita, non riuscivano a mettersi in contatto con lei, era come se fosse stata inghiottita dalla terra stessa.

“Possibile che sia sparita in questo modo? Senza avvisare nessuno?” chiese il Dottor Gilmoure guardando i suoi ragazzi…

Ovviamente tutti, eccetto i diretti interessati, erano all’oscuro di quello che era successo due sere prima…

“Pare di sì, professore” rispose Jet “oltretutto ha interrotto le comunicazioni…”

“Che significa?” intervenne Sakamoto.

“Ha disinserito i sensori ricetrasmittenti… non vuole essere contattata…” concluse Jet.

“Che guaio…” il proprietario della Black Lion era disperato “per di più tra poco ci sarà il Gran Premio di Montecarlo e dobbiamo partire… non possiamo andare e lasciarla a zonzo per l’Italia! Dobbiamo assolutamente ritrovarla!”

“Tu non c’entri niente in questa storia vero?” Jet si era rivolto direttamente a Mayumi, che assunse uno sguardo colpevole, mentre Sakamoto e Gilmoure si osservavano perplessi…

Prima che lei potesse controbattere all’accusa, la porta dell’ufficio si spalancò: era la segretaria di Sakamoto, che entrò con l’aria sconvolta, una mano sul petto e il fiato corto, come se avesse appena finito di correre la maratona di New York…

“Si-signore.. mi perdoni… ma… forse dovreste vedere la tv…” e mentre parlava accese l’apparecchio… tutti si ammutolirono, fissando lo schermo sorpresi; in onda la conferenza stampa della Red Wolf, durante la quale il suo presidente stava presentando il nuovo pilota… Françoise Arnaul!

Lei era seduta compostamente al suo fianco, in silenzio, lasciando che fosse l’uomo a rispondere a tutte le domande…

Joe era basito… non sapeva spiegarsi il motivo di quel comportamento assurdo… possibile che quello che era accaduto le avesse fatto decidere di abbandonarli così?

No… sicuramente doveva esserci una spiegazione logica…non poteva crederci… se solo avesse avuto la possibilità di chiarire le cose…

In quel momento il presidente della Red Wolf stava annunciando che era prossima la loro partenza per Montecarlo e che ne avrebbero viste delle belle in pista, poi salutò i giornalisti portandosi via Françoise…nello stesso istante una voce risuonò nella testa di Jet…

“Jet mi senti?”

“Fran!” il ragazzo aveva parlato a voce alta, portandosi una mano alla tempia sinistra… tutti si voltarono esterrefatti… “ma che mi combini Fran? Dimmi subito dove sei che ti veniamo a prendere…” disse, mentre faceva segno agli altri di fare silenzio…

“No ascolta… devo vederti al più presto… domani partiremo per il Principato di Monaco, e non so se avrò occasione di parlarti… ti aspetto tra un’oretta al Caffè La Dolce Vita… sai dov’è vero?”

“Si certo…”

“Vieni da solo e non dirlo a nessuno, soprattutto al tuo amico… chiaro?”…cazzo… ma che gli aveva combinato l’idiota da farla arrabbiare così tanto che non lo chiamava neanche più per nome?

Lanciò un’occhiata in tralice a Joe, mentre le rispondeva: “D’accordo…”

Chiuse la comunicazione e guardò gli altri che attendevano delucidazioni…

“Allora?” il Dottor Gilmoure era in ansia “parla figliolo!”

“Vuole vedermi… per parlare…”

Joe stava iniziando ad agitarsi veramente… “e allora che aspettiamo?”, ma Jet lo interruppe “No… vuole che vada da solo…”

L’altro ci rimase male, ma non replicò… poteva anche capire l’atteggiamento di Françoise, ma non poteva sopportare il fatto che non volesse vederlo… se almeno le avesse potuto spiegare…

Fu il Professor Gilmoure a rompere il silenzio: “Va bene, allora… cosa aspetti Jet? Vai e riportala indietro!”

Il ragazzo annuì e scomparve immediatamente… desiderava con tutto il cuore accontentare il buon dottore… ma supponeva che non sarebbe stato affatto facile.

Parte 9

Jet era seduto ad uno degli eleganti tavolini all’aperto del Caffè La Dolce Vita… mentre l’aspettava percepiva il suo cuore che aumentava i battiti… ma che diamine… erano solo due giorni che non la vedeva e la sua mancanza gli faceva questo effetto? “Rilassati bello…” si disse “tanto non hai speranze…”

Françoise non si fece attendere molto, dopo soltanto cinque minuti che Jet era lì, arrivò spedita… maglietta, jeans, occhiali scuri e capelli raccolti in una lunga coda… sembrava una bambina…

Il ragazzo si alzò cavallerescamente dalla sedia che occupava, ma lei gli fece cenno con la mano di non disturbarsi e prese posto davanti a lui, non prima di averlo abbracciato con un caloroso “Che bello vederti Jet… mi sei mancato…”

Lui non rispose per un momento, limitandosi a fissarla, ma i suoi occhi erano così pieni di aspettative che Françoise distolse lo sguardo imbarazzata…

In suo involontario aiuto intervenne il cameriere con un cortese: “Buonasera signori, cosa posso portarvi?”

“Per me un caffè molto forte, grazie” disse Françoise.

“Lo stesso per me…” aggiunse Jet, poi, senza perdere tempo, si rivolse alla ragazza non appena il cameriere se ne fu andato con le ordinazioni…

“Allora Fran… cos’è questa storia?”

“Lo dici come se fossi impazzita tutto d’un colpo…” rispose punta sul vivo…

“Beh… l’impressione è proprio quella…”

Sorrise… ma Jet notò che non era il suo solito sorriso… era più una smorfia triste…

“Stai tranquillo… sto facendo tutto questo per la missione…”

“E dimmi…” si sporse verso di lei “…l’abbandonarci senza lasciare tracce, il farci preoccupare… anche questo è di aiuto alla missione secondo te? Joe è un esaltato a piede libero lo sai? E guarda che mi sono pure contenuto nel definirlo «esaltato»” terminò tornando ad appoggiare la schiena alla sedia…

Al sentir pronunciare il suo nome, un lampo di rabbia attraversò gli occhi di Françoise, ma così com’era arrivato, scomparve… “Non preoccuparti per lui, sicuramente avrà altro a cui pensare…”

“Ma si può sapere che t’ha fatto? Ultimamente mi pareva che foste molto più vicini…” non era mica stupido, aveva intuito che qualcosa era successo…

“Non sono venuta per parlare di Joe…” cambiò velocemente argomento di conversazione “…credo di aver scoperto il motivo dei sabotaggi alle auto della Black Lion…”

“Cosa? Ma ne sei sicura?”

Françoise annuì: “ È un componente che gli ingegneri della Red Wolf mettono nella benzina… Purtroppo le due scuderie usano lo stesso fornitore, e secondo me è facile per i Reds inquinare la benzina degli avversari: pagheranno profumatamente il fornitore per fare il lavoro sporco… È stato questo la causa del tuo incidente…”

“Ma com’è possibile? Tu stessa hai scansionato le vetture ai raggi X prima delle gare e non hai rilevato niente di strano…”

“Già, perché presumibilmente tale componente è impossibile da rilevare…”

“Ma tu come hai fatto a scoprirlo?”

“Perché ho scovato dove lo producono… è una sorta di laboratorio ambulante che la Red Wolf porta sempre con sé prima delle gare…”

“Mh…dunque non ci sono prove evidenti…”

“No, l’unica cosa che possiamo fare è tenere d’occhio il fornitore per ora…”

Tacquero entrambi dopo questo veloce scambio di informazioni, dopodichè Jet parlò di nuovo: “A Montecarlo, prima della gara, arriverà la fornitura di carburante… potremmo intervenire recuperando un po’ della benzina e facendola analizzare meglio dal Dottor Gilmoure… magari un esame più approfondito può dare maggiori risultati…”

Françoise rispose: “Ci avevo pensato anch’io in effetti…”

“Bene… allora agiremo così… ma tu che farai adesso?” le chiese un po’ turbato nell’ascoltare la risposta di lei: “Devo tornare o sospetteranno di me… correrò con la Red Wolf a Montecarlo…”

Jet le prese le mani: “È una pazzia! Perché non torni con noi? Non può averti fatto una cosa così grave da non volerci più avere niente a che fare…”

A queste parole sospirò pesantemente e gli raccontò tutto…

Non avrebbe voluto farlo, ma il condividere con un amico il suo dolore la faceva sentire un po’ meno sola…

Jet l’ascoltava con un’espressione imperturbabile… Quando lei finì di parlare, lui le disse: “Senti Fran, non è per giustificarlo credimi… e l’ultima cosa che voglio è farti arrabbiare… ma sei sicura che sia stata tutta colpa sua?” ma che diavolo faceva? Poteva essere la sua occasione e si metteva a difenderlo invece di scavargli definitivamente la fossa?... Gli occhi di lei gli chiedevano spiegazioni e lui vi lesse chiaramente tutto l’amore che ancora provava per quel deficiente…

Voleva aiutarla e non farla stare peggio di come stava ora… non era mica Mayumi lui!

“Voglio dire…” continuò “… penso che in fondo lui non c’entri nulla e che abbia fatto tutto quella strega…”

Françoise si limitò a dire: “ Io mi limito a quello che ho visto…” al che Jet le rispose: “Sì… ma non hai visto tutto… o sbaglio?”

Non sbagliava… forse aveva anche ragione, in fondo non aveva lasciato a Joe la possibilità di spiegarsi… era fuggita… ma non era stato per vigliaccheria… ok forse un po’ vigliacca lo era stata, è che aveva solo avuto paura di affrontare quella che per lei era una triste realtà: lui non l’amava, non l’aveva mai amata… magari le voleva bene, ma soltanto come una buona amica… A questo pensiero le tornarono in mente le parole che Jet le aveva detto alla festa di Sakamoto… secoli prima… anche lei stava commettendo lo stesso errore, si stava comportando come Joe aveva sempre fatto con lei…

“Perdonami Jet…” disse tutto d’un fiato…

“Come?” lui non capiva…

“Non ho mai voluto darti… false speranze… non è mai stata mia intenzione e…”

Jet la bloccò: “Non aggiungere altro… lo so… l’ho sempre saputo questo… e non te ne faccio certo una colpa…” sorrideva…

Françoise si sentiva un verme: “Mi dispiace…oddio, mi dispiace tanto… credimi, vorrei davvero essere capace di…”

“…amarmi?” terminò la frase per lei e continuò: “non è possibile piccola… al cuore non si comanda… e tu lo sai meglio di me, altrimenti col cavolo che saresti ancora innamorata di quell’idiota patentato!”

Lei rise e stavolta il suo sorriso era sincero…

Finirono di bere i loro caffè, poi si alzarono e si abbracciarono…

“Ancora amici?” gli domandò Françoise…

“Ci puoi giurare!” gli rispose Jet…

Si salutarono, tornando ognuno sulla sua strada… Jet si sentiva sollevato in qualche modo… con il tempo se ne sarebbe fatto una ragione e comunque l’aveva lasciata più tranquilla di quando era arrivata e a lui questo bastava… Adesso doveva fare due cose importantissime: aggiornare sugli sviluppi della missione e darle di santa ragione ad un bellimbusto con troppi capelli…

Entrò nella hall del suo hotel che se lo vide, per l’appunto, spuntare da dietro un angolo… probabilmente stava aspettando con trepidazione il suo ritorno… benone… proprio un’occasione servita su un piatto d’argento!

Appena fu alla sua portata Jet gli sferrò un pugno così violento e improvviso che Joe si ritrovò per terra senza nemmeno rendersi conto di come ci fosse finito…

Si rialzò dolorante, portandosi una mano alla guancia colpita… ma non si difese… non accennò neanche a farlo…

“Sai Joe… sei proprio una testa di cazzo…” Jet parlava cercando di riprendere il controllo…

“Non sai come sono andate le cose realmente…” gli disse Joe, credendo di aver capito dove voleva andare a parare.

“Non mi riferisco a quell’episodio in particolare…” rispose l’altro…

Joe rimase in silenzio e Jet continuò: “Sei una testa di cazzo perché trovi sempre qualche assurdo motivo per allontanarla da te… Smettila una buona volta di fare l’idiota e vattela a riprendere!”

Joe era senza parole, rimase immobile mentre Jet lo oltrepassava per raggiungere la sua stanza…

Ad un certo punto si voltò: “Vai a riprendertela Joe… prima che sia troppo tardi…”

Si fissarono entrambi… il tempo sembrava essersi fermato…

Parte 10

Françoise era chiusa nel bagno della sua enorme stanza d’albergo… lo specchio davanti a lei rifletteva l’immagine di una donna affaticata e delusa dagli eventi… la doccia che aveva appena terminato non era servita a lavare via il suo dolore… troppi dispiaceri…

Dopo il colloquio con Jet si era sentita un po’ meglio… però poi… riflettendo… si rese conto che anche se il comportamento di Joe con Mayumi non era stato volontario da parte sua, il rapporto tra loro non sarebbe comunque cambiato… lui non si sarebbe mai sbilanciato con lei, ormai conosceva troppo bene il suo carattere quindi… prima accettava questa realtà, prima avrebbe potuto uscire da questa assurda situazione…

Ma allora… perché faceva così male? Era una pena enorme, una fitta lancinante in mezzo al petto… e pensare che un cyborg non dovrebbe provare niente… non dovrebbe amare, odiare, provare sentimenti di alcun genere… e invece… chissà se anche lui provava le stesse sensazioni… sorrise tra sé: “ No Fran… certo che no… non illuderti…”

Se almeno i Fantasmi Neri l’avessero trasformata completamente in una macchina, incapace di sentire qualsiasi tipo di emozione… un robot in piena regola… tutto le sarebbe scivolato via senza conseguenze… invece neanche in questo era stata fortunata, aveva ancora la sua parte umana, sia nel corpo che nella mente… era ancora una donna… innamorata per di più, e come tale era destinata a soffrire… ma del resto tutti i suoi compagni non erano completamente degli automi…

Stancamente, si infilò una maglia extralarge preparandosi per andare a dormire, anche se sapeva già che non avrebbe chiuso occhio… avrebbe dovuto odiarlo anche per questo, per tutte le ore di sonno che aveva perso a causa sua… ma non ci riusciva… non ne sarebbe mai stata capace…

Un rumore attirò la sua attenzione… qualcosa che si chiudeva silenziosamente… strano…

Uscì dal bagno e rimase pietrificata… lui era lì… in piedi davanti a lei…

Françoise resistette alla tentazione di pizzicarsi un braccio per essere sicura di non stare sognando… era proprio lui… non avrebbe mai immaginato che si sarebbe fatto vedere… in quella maniera poi, entrando nella sua camera di soppiatto, come un ladro…

Quella situazione le fece tornare alla mente il ricordo vivido di quello che era accaduto poche ore prima… di una donna dietro di lui che lo abbracciava… il suo sguardo si indurì: “Che cosa diavolo ci fai tu qui?”… la voce le uscì strozzata… maledetto… perché davanti a lui doveva perdere il controllo in questo modo?

Joe la fissava… quegli occhi… avevano un’espressione troppo… determinata?

“Françoise…”, ma lei lo interruppe: “Perché sei venuto? Cosa vuoi ancora da me?”

Silenzio…

Era un po’ imbarazzata a dire la verità... non era neanche tanto presentabile con quella maglia logora che aveva addosso, ma d’altra parte, mica aspettava ospiti… tuttavia la rabbia prese il sopravvento:

“Allora… che cosa vuoi?”

“Non lo capisci?”… tipico da parte sua: rispondere ad una domanda con un’altra domanda…

“Cos’è che devo capire?”

“Ti prego Françoise… non voglio litigare con te…” rispose allungando una mano verso il suo viso, accarezzandole una guancia…

Lei non si scostò, ma gli urlò contro: “È tutta colpa tua! È sempre colpa tua! Non posso perdonarti Joe… non ti perdonerò mai, mai!”

Lacrime amare le sfuggirono dagli occhi, mentre Joe istintivamente la stringeva a sé… lei gli batteva i pugni sul petto…

“Tu… tu… sei un cretino…”

“Lo so…”

“… un idiota!...”

“Lo so…”

… ti odi-…”

Ma lui le poggiò due dita sulle labbra, impedendole di continuare…

“Va bene Françoise… sfogati… insultami… dimmi pure tutto quello che vuoi se questo ti farà stare meglio… io lo accetterò se servirà a farmi avere il tuo perdono… ma ti prego… ti prego… non dire che mi odi…” dolcemente appoggiò la fronte su quella di lei “… non dirlo più… perché io ti amo…”

Françoise spalancò gli occhi… mai si sarebbe aspettata una dichiarazione del genere da parte sua…

“Co-cosa?”… adesso balbettava pure?...

Joe le prese il volto tra le mani: “Ti amo Françoise… ti ho sempre amata…”

Questo sì che era davvero incredibile… stava per rispondere, ma lui non le dette il tempo… la baciò di nuovo, come due giorni prima, ma questa volta era un bacio diverso, pieno d’amore sì, ma anche di un fuoco che era impossibile spegnere…

E Françoise alla fine cedette… maledicendosi tra sé e sé ma fu più forte di lei… lo abbracciò e lo tenne stretto come se fosse l’ultima cosa che faceva in vita sua, come se lui dovesse scomparire da un momento all’altro… e tutto fu dimenticato…

Lentamente fecero pochi passi, lui in avanti e lei indietro, fino a raggiungere il letto, dove si distesero in preda ad una passione troppo a lungo nascosta in fondo all’anima…

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Sento il mio corpo tremare… che strano… non avevo mai provato una sensazione simile… è come se non riuscissi a percepire altro se non le mani di Joe su di me… e lui le fa scorrere prima sul mio viso, sulle mie labbra, fino ad arrivare al collo, dove si ferma mormorandomi: “Amore mio…” con voce rotta dall’emozione…

Poi si china su di me e con la lingua sfiora la mia pelle…

Sto per perdere il controllo… inizio a muovere convulsamente le gambe, serrandole quasi, ma lui se ne accorge… mi prende le mani, chiuse ostinatamente a tormentare le lenzuola, e se le porta al volto, baciando con esasperante calma ogni singolo dito…

Involontariamente mi scappa un gemito…

Si ferma all’altezza del mio ventre e con entrambe le mani solleva la mia maglia, fino a toglierla e gettarla ai piedi del letto…

Dio… ho i brividi mentre torna a tormentarmi il collo…

“Joe…” chiudo gli occhi, i sensi mi rapiscono… quando li riapro le mie braccia sono strette intorno alle sue spalle e sto affondando le mani nei suoi capelli… sì… sono decisamente impazzita…

“Cosa…” mi sussurra sensuale…

“No… nulla…” cerco le sue labbra, la sua bocca… che tanto ho desiderato unire alla mia…

Lui adesso sposta la sua mano sinistra all’interno delle mie gambe…

Istintivamente mi irrigidisco, ma Joe non si scompone e non è per niente turbato dal mio comportamento… anzi, solleva la mano incriminata poggiandola dolcemente sul mio seno: “Non fare così… lo sai quanto ti voglio…”

Anche se la sua non è una domanda, mi osserva come se aspettasse una risposta, ma io sono come paralizzata… accidenti!... possibile che in un momento come questo, che ho sognato all’infinito, mi blocco come una scema?

Allora lui continua: “Mi vuoi anche tu Françoise?”

Riesco solo a mormorare un “Sì” flebile e ad annuire…

Pare che la mia affermazione gli sia sufficiente perché le sue dita arrivano fulminee sopra i miei slip… ed è come se in quell’istante fossi attraversata da una scossa elettrica potentissima… lui mi accarezza… sempre più insistente… ed io, non so come, mi sento bagnata dal desiderio in pochi secondi…

Joe allora fa scivolare la mano sotto la stoffa, inserendo due dita nella mia carne e iniziando a muoverle…

Non riesco più a ragionare… afferro la sua camicia, aggrappandomi a lui… è come se mi spaccassero in due…

“Rilassati Françoise…” mi dice… almeno credo perché in questo istante non sono assolutamente capace di pensare a qualcosa di concreto…

Ad un certo punto, dopo non so quanto tempo di questa dolce tortura, Joe si ferma, mi prende le mani e le porta al suo torace: “Spogliami…”

“Cosa?” è impazzito? Per me è la prima volta, non so neanche da che parte cominciare…

“Non devi vergognarti…”… sant’iddio… mi legge nel pensiero…

Sono senza parole… ma lui mi bacia ora con un impeto tale che potrebbe uccidermi… ed io entro in contatto con il suo inguine per la prima volta… lo sento contro di me e sapere che è gonfio di passione per merito mio mi manda su un altro pianeta…

Mi lascio trasportare e guidata da un istinto primordiale gli tolgo la camicia con foga… cavolo… non posso essere io…

Lui sorride… probabilmente non si aspettava una reazione del genere da parte mia… ed in tutta sincerità neanch’io…

Riprende a baciarmi mentre con la mano destra scorre dietro la mia schiena, arrivando alla chiusura del mio reggiseno… lo slaccia con facilità e in pochi istanti quel lieve indumento va a fare compagnia alla maglia abbandonata sul pavimento…

Mi accarezza stuzzicando i miei seni, mentre la sua mano si infila di nuovo nella mia intimità… sono letteralmente sopraffatta dai sensi… mai, mai in vita mia avrei pensato di provare sensazioni così forti…

Poi lo vedo sollevarsi improvvisamente, rimanendo in ginocchio sopra di me… alza le mie gambe, poggiandole sulla sua spalla, e con lentezza esasperante mi sfila gli slip, continuando a tenere il suo sguardo fisso sul mio… Dio, sto morendo di vergogna…

Poggia di nuovo le mie gambe sul letto, dopodichè si toglie prima i pantaloni e poi i boxer, rimanendo a sua volta completamente nudo… vorrei sprofondare per l’imbarazzo… ma come fa lui a stare così calmo?

Non ho il tempo di rispondermi che si avvicina, mi prende le gambe e se le porta intorno ai fianchi… poi si stende dolcemente sopra di me ed i nostri sessi entrano in contatto…

Ho un po’ paura…anzi, no… ho…molta… paura…

Lui se ne accorge e mi sussurra all’orecchio: “Fidati di me… sarà bello Françoise…”

Per tutta risposta mi stringo forte alle sue braccia e Joe inizia a scivolare dentro di me… fa male… fa così male che non riesco quasi a respirare… ma allo stesso tempo non voglio che finisca…

Lui mi chiama… mormora il mio nome mentre io chiudo gli occhi e lo sento entrare completamente…

E tutto intorno a me si ferma…

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È così bella… la mia Françoise… adesso finalmente è mia, soltanto mia…

Sta tremando… il suo volto è teso e sta respirando pesantemente…

Non so quanto tempo è trascorso da quando sono entrato dentro di lei… sembra un’eternità, ma sono passati solo pochi istanti… rimango fermo per abituarla a questa intrusione che, so benissimo, è del tutto nuova per lei… non voglio farle male…

Dopo un po’ apre gli occhi e circonda il mio collo con le sue mani delicate… allora inizio a muovermi lentamente…

Sta ansimando ed ogni tanto emette un gemito che vorrei fosse solo di piacere, ma so che è ancora misto al dolore e mi odio ferocemente per questo…

Lei mi bacia ed io non resisto… vederla contorcersi sotto di me mi fa impazzire… entro in lei ancora più a fondo finché sento qualcosa bagnare il mio corpo: il simbolo della sua purezza… sangue… caldo e rosso come il fuoco che ci unisce in questo momento…

L’amo così tanto… non so dire da quanto tempo… forse da sempre… amo tutto di lei: i suoi capelli, i suoi occhi, la sua voce, tutto… tutto…

Mi abbraccia e finalmente mi sorride: “Ti amo Joe… ti amo…” mi dice dolcissima…

Ci muoviamo insieme ora, in una sincronia perfetta, rovente…

Ancora alcune spinte e sento di essere al limite…

“Françoise…” la voce esce roca dalla mia bocca e lei capisce…

Si stringe contro il mio petto gridando il mio nome ed io mi libero completamente dentro il suo corpo…

Sono esausto ora e mi stendo sopra di lei… non abbiamo più fiato… non riusciamo più a parlare… ma, in fondo, ha importanza?

Parte 11

Una debole luce bianca filtrava dalla finestra della sua camera…

Françoise aprì gli occhi lentamente… che ore potevano essere?... le sembrava di aver dormito un secolo… non ricordava più da quanto tempo non riposava così serenamente…

Sorrise… lui era stato suo la notte appena trascorsa… ricordava tutto nei minimi dettagli, ogni singolo gesto, ogni parola… mai avrebbe pensato che la sua prima volta sarebbe stata così meravigliosamente… perfetta…

Arrossì al pensiero di cosa avevano fatto…

Poi istintivamente si girò dall’altra parte del letto… lui non c’era…

Si alzò a sedere così velocemente che l’assalì in pieno una fitta al basso ventre… era una cosa normale? Forse sì… cercò di pensare a cosa le aveva spiegato sua madre al riguardo… ma aveva solo ricordi vaghi e piuttosto confusi…

Però… come mai lui non era lì insieme a lei?... superato il primo momento di panico e l’orribile sensazione di essere stata usata e abbandonata, sentì chiaramente lo scroscio dell’acqua proveniente dal bagno… stava facendo la doccia…

“Che stupida…” si rimproverò, poi si avvolse nel lenzuolo e si diresse nell’altra stanza…

Non fece in tempo ad entrare completamente in bagno che lui l’aveva già sentita arrivare e aprì la porta della doccia, sorridendole e augurandole un dolce “Buongiorno… potevi dormire ancora un po’, ti avrei svegliata appena finito…”

Françoise rimase un attimo scioccata da ciò che le stava davanti: Joe era… nudo!... e questo era più che logico, il bagno mica si fa con i vestiti addosso… l’acqua gli stava colando dappertutto… sul collo, sulle spalle, le braccia, il petto…

Gli occhi di Françoise caddero più in basso e… divenne rossa come un peperone, distogliendo immediatamente lo sguardo e non riuscendo a rispondere altro che un balbettante “Bu-buon-buongiorno anche a te…”

Lui rise… era incredibile che dopo la notte appena passata insieme provasse ancora tutto questo pudore… poi notò con un certo disappunto che era interamente infagottata nelle lenzuola, così l’afferrò per la vita trascinandola con sé nella doccia e togliendo senza tanti complimenti quell’inutile copertura dal suo corpo…

L’avvicinò ancora di più e aprì l’acqua… Françoise era un po’ stupita: “Che stai facendo?”… ma Joe non la degnò di risposta mentre le baciava il collo e le sue mani iniziavano a vagare dappertutto… tentò di protestare, mentre sentiva chiaramente l’erezione di lui premere contro di lei: “Joe… non possiamo adesso… lo sai…”

Ma lui non l’ascoltava minimamente: “Te l’hanno mai detto che parli troppo?”

Françoise voleva replicare ma Joe le tappò la bocca con un bacio infuocato…

Stavano per lasciarsi andare di nuovo quando sentirono bussare alla porta…lei fece per staccarsi da lui con gli occhi spalancati e ricomporsi, ma Joe continuava a tenerla avvinghiata a sé e con un sorriso ironico in volto le disse sottovoce: “Rispondi…”

Françoise lo guardò allibita, ma lui era tranquillissimo e anzi continuò imperterrito a fare quello che aveva iniziato…

Bussarono di nuovo… Françoise chiuse la manopola dell’acqua: “Chi è?” disse con una voce leggermente alterata…al che Joe sorrise tra sé e sé…

“Sono Ryoko, signorina Arnaul…” la sua assistente… “Volevo avvisarla che tra un paio d’ore partiremo per il Principato di Monaco…”

Già… la gara… la missione… si era dimenticata di tutto… santo cielo, quest’uomo le faceva perdere la cognizione del tempo e dello spazio…

“Va bene, grazie Ryoko”… per fortuna la voce era tornata normale… “tra un po’ vi raggiungo…”

“D’accordo… la attendiamo nella hall…” fu la risposta della ragazza mentre si allontanava…

Françoise tirò un sospiro di sollievo… che cosa sarebbe successo se fosse entrata e l’avesse scoperta insieme a colui che era il maggiore antagonista della Red Wolf? Non voleva neanche pensarci… il piano sarebbe saltato…

Si volse verso Joe… aveva un sorrisino sghembo sulle labbra… ma tu guarda che razza di stronzo… la stava prendendo in giro…

Resistette alla tentazione di ridere a sua volta: “Lo sai che stavano per scoprirci, vero?”

Ma lui ora era tornato serio: “E allora?”

“Come «allora?»… non pensi alle conseguenze?”

“Francamente non me ne frega niente…” le disse e continuò “non crederai davvero che non lo verrà a sapere nessuno di noi due?”

Noi due… suonava bene… suonava maledettamente bene…

“Non è questo… è che… abbiamo una missione da portare a termine…”…ma come diavolo faceva a restare seria e concentrata mentre lui le mordicchiava una spalla? Brutto maniaco pervertito…

“Mh…” fece distrattamente…

“Joe… ma mi stai ascoltando?”

“…certo…” intanto era passato all’altra spalla…

“… no che non mi ascolti…”

Lui allora la spinse verso la parete della doccia: “In questo momento ho in mente un altro tipo di missione da concludere…”… si abbassò su di lei e la baciò con trasporto, facendo aderire i loro corpi…

E lei non ebbe la forza di sottrarsi alle sue labbra, alle sue mani che l’accarezzavano come se reclamassero qualcosa che era stato negato loro troppo a lungo…

Joe l’afferrò facendo sì che gli cingesse la vita con le gambe e, mentre la sorreggeva, la trasportò sul letto, dove la distese impaziente…

Si impossessò di nuovo della sua bocca in un bacio pieno di passione, un fuoco ardente che cresceva sempre di più… lentamente le labbra di Joe passarono smaniose dalla bocca al collo, alle spalle di Françoise, fino ad arrivare ai seni, dove si fermarono per qualche istante, per poi scendere di nuovo e giungere sino al ventre ed alla sua intimità, dove indugiò più a lungo e a quel contatto lei soffocò un singulto… Joe sorrise… gli piaceva da morire vederla ansimare per il piacere…

Risalì velocemente… aveva giocato abbastanza… adesso desiderava soltanto sentirla di nuovo, diventare una cosa sola con la donna che amava con tutto il cuore…

Si guardarono a lungo, poi finalmente si unirono e Françoise emise un respiro strozzato, ancora poco preparata a quell’invasione del suo corpo…

Lui iniziò a muoversi lentamente dentro di lei che stringeva le mani sulle lenzuola talmente forte che le nocche delle dita erano sbiancate…

“Perdonami” le disse “farò piano…”

Ma Françoise si aggrappò possessivamente alla sua schiena “No… no… continua…” …Dio santo!... come diamine le erano uscite quelle parole di bocca? Stentava a riconoscersi…solo che… lo desiderava talmente tanto… avrebbe voluto restare per sempre così, insieme a lui, amarlo per tutto il resto della sua vita…

Lui aumentava le spinte sempre di più e lei faticava adesso a trattenersi…

Istintivamente chiuse gli occhi e si portò una mano alla bocca per impedire ai suoi gemiti di uscire fuori, ma Joe gliela prese fulmineo e la scostò dalle sue labbra: “Non lo fare… guardami!”

Françoise spalancò gli occhi interrogativamente e lui la baciò di nuovo mentre le sussurrava: “Adoro ascoltare i tuoi lamenti… adoro vedere i tuoi occhi che bruciano di passione… mi fa impazzire…”

Erano entrambi molto vicini al piacere finale… lei si sosteneva contro le spalle di lui e mormorava al suo orecchio: “Amore mio… ti amo così tanto…”…e mentre lo ripeteva, come un mantra, insieme furono pervasi dall’estasi…

Joe si sollevò sulle braccia, rimanendo tuttavia dentro di lei, godendosi finalmente tutto l’amore che gli aveva donato… la guardava sotto di sé cercando di fissare nella mente la sua immagine… aveva i capelli scompigliati e stille di sudore si mischiavano all’acqua su tutto il suo corpo, ma era semplicemente bellissima… non c’era niente in lei che non fosse assolutamente perfetto…

Sorrise come se la vedesse veramente per la prima volta in vita sua… la sua Françoise… solo lei gli era rimasta sempre accanto, gli aveva sempre perdonato tutto, gli aveva dato il suo amore senza riserve, senza chiedere mai niente in cambio…

E lui era stato davvero uno stupido a rischiare di perderla… ma alla fine lo aveva capito… grazie al cielo lo aveva capito prima che fosse troppo tardi… ora era insieme a lui… aveva colmato quel vuoto nel suo cuore che nessun’altra sarebbe stata in grado di fare…

Si appoggiò nell’incavo del suo collo, continuando a tenerla stretta, come se avesse paura che potesse sfuggirle dalle mani… Françoise gli accarezzava teneramente i capelli e depose un leggero bacio sulla sua fronte…

“Sono stato un idiota…” Joe si sollevò dandole un piccolo bacio sulle labbra “potrai mai perdonarmi?”

Lei non capiva… allora lui continuò, rafforzando il suo abbraccio: “Ti ho sempre fatta soffrire… è solo che non me ne rendevo conto… o meglio… avevo paura…”

Lei sorrideva e aveva gli occhi lucidi…

“Sei sempre stata molto importante per me e lo sai… ma io non riuscivo ad esprimermi con te come avrei voluto… avevo paura che se lo avessi fatto… insomma…”

“Non ti farò mai del male Joe… potrai sempre fidarti di me…” aveva terminato lei la sua frase… aveva pronunciato quelle semplici parole come se fosse la cosa più naturale del mondo… lui la guardava esterrefatto… aveva compreso quello che voleva dirle e non l’aveva lasciato continuare…

Non si era mai sbilanciato più di tanto con nessuna… non voleva più innamorarsi… gli era successo solo una volta, con Mayumi, e lei gli aveva spezzato il cuore… se fosse capitato di nuovo avrebbe dato un’altra volta ad una donna la possibilità di farlo soffrire e lui non voleva che accadesse mai più… per questo aveva chiuso la sua anima e non c’entrava niente il discorso inutile, che era solito ripetere sempre, che i cyborg non possono amare… era solo lui che non voleva più amare…

Poi era arrivata lei… gli era entrata dentro, riusciva a leggergli nel profondo, come ora, e se in un primo momento la cosa gli aveva dato alquanto fastidio, con il passare del tempo sentiva che non poteva fare a meno della sua presenza… averla vicina era come essere di nuovo… vivo…

La strinse a sé mormorando: “Lo so che dobbiamo andare… ma voglio restare così soltanto un altro minuto…”

Lei non si oppose e lo circondò con il suo corpo, avvolgendolo, cercando di trasmettergli tutto il suo amore…

Era tutto così perfetto…

Ma il destino beffardo aveva in mente altre sorprese…

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Si lasciarono controvoglia…

Purtroppo sapevano entrambi che dovevano tornare ognuno ai loro doveri, infatti si erano aggiornati a vicenda sulle ultime importanti novità… ma adesso tutto sarebbe stato affrontato diversamente… o almeno così credevano…

Françoise era già in viaggio verso Montecarlo con tutta la scuderia Red Wolf quando Joe giunse al suo hotel e si ritrovò davanti l’intero team che lo stava aspettando per partire a sua volta verso il Principato di Monaco… alcuni tirarono un sospiro di sollievo quando lo videro arrivare, altri invece lo guardarono con disappunto… tra questi ultimi c’era il Dottor Gilmoure che gli si avvicinò con gli occhi al cielo e le braccia aperte: “Ma dove caspiterina eri finito figliolo? Sono venuto a chiamarti nella tua camera…” dette un’occhiata veloce all’orologio “…tre ore fa e tu non c’eri… ti abbiamo cercato dappertutto… si può sapere dove sei stato finora?”

Joe ammutolì… dirlo?... non dirlo?... rivelare tutto o inventarsi una balla gigantesca?... per il momento, almeno… tanto poi l’avrebbero scoperto comunque…

Jet, che si era materializzato al suo fianco, non l’aiutò a decidersi: “Beh?”

Lui si voltò alzando un sopracciglio mentre lo fissava come a volergli dire “Tu farti i cazzi tuoi no eh?”… ma l’altro comprese immediatamente come stavano le cose dal suo sguardo truce… e non perse l’occasione per prenderlo in giro: “E su… sputa il rospo…” dandogli una pacca sulle spalle “…tanto prima o poi dovrai confessarlo non credi?”

Nel frattempo si erano avvicinati anche Sakamoto e Mayumi, mentre il Dottor Gilmoure intervenne: “Confessare cosa?”

Silenzio…

Il professore stava perdendo la pazienza, cosa molto strana per un uomo di indole pacifica come la sua: “Joe vuoi parlare per favore o devo estorcerti le parole a forza, magari con l’aiuto di un paio di pinze?”

A Jet scappò un mezzo sorriso… mai e poi mai si sarebbe perso la scena, neanche se fosse accaduta una catastrofe di dimensioni colossali in quell’istante!...

“Ero… con… Françoise…” rispose Joe tutto d’un fiato e pronto stoicamente alla conseguente ramanzina…

Ma i rimproveri attesi non ci furono…

Il professore si limitò a sorridere mentre diceva “… tutto a posto allora… dunque… Jet ci ha raccontato tutto… potremo procedere appena arriviamo a Montecarlo…”

“Abbiamo già un piano…” concluse Jet.

Incredibile… era come se tutti fossero a conoscenza da tempo della situazione… come se avessero semplicemente preso atto di qualcosa più che naturale… e forse era davvero così… quello che era strano era non aver chiarito prima…

“Sarebbe?” chiese Joe, accantonando quel pensiero…

“Te lo spiego durante la trasferta… vieni con me, Romeo!” disse Jet, mentre lo allontanava dagli altri passandogli un braccio sulla spalla e ignorando le feroci proteste del «Romeo» in questione alla sua battuta…

Mayumi lo osservava avviarsi con l’amico verso l’uscita dell’albergo…

Non l’aveva neanche guardata quando era arrivato… probabilmente, anzi sicuramente, era così adirato con lei che aveva preferito non rivolgerle la parola… comprensibile…

Sospirò mentre a sua volta raggiungeva il resto della squadra…

Avrebbe tanto voluto parlare con lui…

Pensò che le occasioni comunque non sarebbero mancate, visto che lei avrebbe avuto una parte importante nella prima fase del piano…

Rincuorata da questo pensiero affrettò il passo per non rimanere indietro…

Non era talmente stupida da non aver capito quello che era successo tra Joe e Françoise… gliel’aveva letto in faccia appena l’aveva visto e lo sguardo di lui, tra il felice e l’imbarazzato, mentre confessava di aver passato la notte con Françoise gli aveva dato la piena conferma… conoscendolo, di sicuro non avevano chiarito solo a parole…

Si ritrovò a sorridere suo malgrado, ormai l’aveva perso e stavolta niente e nessuno lo avrebbe riportato a lei…

“Non importa…” si disse “devo trovare il modo per farmi perdonare per tutto il male che ho fatto loro… non voglio sentirmi uno schifo per il resto della mia vita…”

Sì… c’era ancora tempo per raggiungere questo obiettivo..

Parte 12

Mayumi attendeva con ansia l’arrivo del fornitore del carburante ai box della Black Lion, poco prima dell’inizio del Gran Premio di Monaco.

Il piano che si erano prefissati consisteva essenzialmente in due fasi: la prima era compito suo… doveva assistere all’arrivo del fornitore e alla conseguente consegna della benzina… se non notava niente di anormale avrebbe dovuto piazzare addosso all’uomo una microspia, preparata appositamente dal Dottor Gilmoure, per scoprire qualcosa di più sulla situazione…

La seconda fase spettava quasi esclusivamente a Françoise: una volta ottenute le prove necessarie, avrebbe dovuto condurre i suoi compagni al laboratorio della Red Wolf e smascherare il complotto… che poi era più facile a dirsi che a farsi… di sicuro la squadra avversaria non si sarebbe fatta prendere alla sprovvista… e poi avrebbero dovuto concludere il tutto prima dell’ultima gara, prevista in Germania tra una quindicina di giorni, altrimenti tutti i loro sforzi sarebbero stati inutili…

Mayumi sorrise: “Sempre a noi donne tocca risolvere i problemi…” si disse scuotendo la testa…

Cominciava quasi ad ammirare Françoise… oddio, forse ammirare era una parola un po’ impegnativa… diciamo… rispettare… ecco sì… rispettare poteva andar bene…

Doveva ammettere che era una donna davvero coraggiosa per fare quello che faceva… era lei quella che rischiava più di tutti… era lei che aveva deciso di infiltrarsi nelle file nemiche… se veniva scoperta sarebbe finita in guai seri…

Che strano… sino a qualche giorno fa quest’ultimo pensiero le avrebbe fatto fare i salti di gioia… adesso invece era un pochino preoccupata…

“Si vede che stai invecchiando Mayumi… cominci a diventare troppo sentimentale…” rimproverò a se stessa con un sorrisetto…

Mentre era assorta in questi pensieri vide arrivare il camion addetto alla distribuzione del carburante…

“Bene… adesso ci divertiamo…”

Andò incontro con spavalderia al ragazzo che guidava e lo salutò con una mano: “Peter… carissimo… come stai?”

Lui la guardò, un po’ sorpreso di trovarla lì: “Oh… signorina Mayumi… Bene, grazie e lei?”

“Non mi posso lamentare…” rispose avvicinandosi, mentre l’altro scendeva velocemente dal suo mezzo e la fissava sorridendo…

In fondo, la conoscevano tutti nel mondo delle corse automobilistiche… era una bella donna, consapevole di esserlo, ed il suo fascino l’aveva sempre aiutata ad uscire da situazioni piuttosto complicate… e questa non era certo da meno…

“Vieni caro… ti accompagno dall’ingegnere-capo, così potrete organizzarvi per il carburante…”

“D’accordo… grazie… è la prima volta che sono accompagnato da una donna così bella e gentile…” azzardò…

“Pfui…” pensò Mayumi “ che tentativo penoso di abbordaggio…” ma rispose: “Peter… che galante…” sfiorandogli il braccio…

L’uomo fu percorso da un piccolo brivido, che lei avvertì distintamente “Dio… mi si sta rivoltando lo stomaco…”

Distolse in fretta la mano e lo condusse rapidamente alla squadra di ingegneri e meccanici della Black Lion, tutti impegnati a finire di preparare le monoposto per la gara: non appena arrivarono, l’ingegnere-capo andò loro incontro…

“Dottor Myake… salve…” Mayumi si rivolse ad un uomo alto e magro “Peter è qui… potete procedere…”

L’altro annuì e si diresse insieme al ragazzo verso il suo camion… Mayumi sorrise… stava andando tutto per il meglio… Peter sembrava non sospettare niente… ovviamente, la Black Lion non avrebbe mai usato la benzina fornita da lui in quella gara… si erano già organizzati in altro modo e le vetture avevano già a disposizione il carburante necessario… ma tutto doveva apparire come al solito, onde evitare sospetti…

Dopo un po’ di tempo, Peter ed il dottor Myake tornarono e l’ingegnere annuì con il capo a Mayumi… lei capì che tutto si era compiuto…

Si rivolse nuovamente a Peter con un sorriso solare e prendendolo sottobraccio: “Carissimo… vieni che ti accompagno…” gli disse trascinandolo fuori dai box…

Lui si fece trasportare da quella bella ragazza bruna e quando stava per andarsene le disse un po’ imbarazzato: “Signorina Mayumi… posso… sperare di rivederla di nuovo?”

Lei, con fare civettuolo, gli rispose: “Ma certo… alla prossima consegna…” e aggiunse provocante, cingendogli il collo con la mano destra “Non vedo l’ora…”

Fu un istante… mentre ritirava la mano dal collo dell’uomo, la piccola microspia che teneva tra due dita non c’era più ed era ben ancorata e del tutto invisibile al colletto della polo di Peter.

Ignaro di tutto ciò, lui arrossì e si congedò da lei con uno sguardo che sottintendeva molte cose… mentre lo vedeva allontanarsi, Mayumi alzò un braccio in segno di saluto… quando scomparì del tutto dalla sua vista, lei assunse un’espressione disgustata “Povero illuso… a volte gli uomini sono proprio patetici…”

Tornò ai box della sua scuderia… lì trovò ad attenderla Joe e Jet, già pronti per scendere in pista…

Joe si rivolse a lei per la prima volta dopo giorni: “Com’è andata?”

“Molto bene” gli rispose Mayumi “non ha sospettato niente… gli ho messo addosso la microspia come d’accordo”.

“Benone” intervenne Jet “tra un po’ potremmo già sapere qualcosa in più…”

Joe annuì, poi sembrò estraniarsi dagli altri due… Mayumi lo fissava mentre iniziava a parlare…

“Françoise… riesci a sentirmi?”

Dall’altra parte, lei doveva aver risposto… Mayumi fu costretta ad ammettere che quel modo di comunicare la incuriosiva moltissimo…

Joe continuava… “Sì… tutto secondo i piani… adesso aspettiamo notizie dal Dottor Gilmoure e poi procederemo con la seconda fase… sì… sta’ attenta… lo so che sei in

gamba, ma io mi preoccupo ugualmente…”

Anche se era un discorso univoco per Mayumi, lei comprendeva perfettamente quello che si stavano dicendo… trattenne un sospiro di delusione… pazienza… si sarebbe abituata anche a quello…

Lui intanto parlava ancora: “Ok… mi raccomando occhi aperti… ti amo…” e chiuse la comunicazione…

Mayumi soffocò un singhiozzo… le aveva detto «ti amo» davanti a loro… senza pensarci un secondo…

Jet gli disse: “Ehi amico, che ti prende?”

Joe assunse un’aria interrogativa: “Perché?”

“Come «perché»? Non ti facevo il tipo da paroline dolci in presenza di altre persone… mi sei sempre sembrato così… come dire… «arido» per queste manifestazioni d’affetto…” concluse con una smorfia, come a sottolineare il concetto…

“Già…” pensò Mayumi “con me non lo faceva mai…” ma rimase in silenzio…

Joe sorrideva: “Si vede che non mi conosci abbastanza. E poi senti da che pulpito…”

“Ok, ok!” Jet alzò le mani in segno di resa “Coraggio, prepariamoci… abbiamo una gara da disputare… tutti e tre…”

I due piloti si stavano avviando alle loro monoposto, ma Mayumi intervenne: “Joe… ti posso parlare?”

“Adesso non mi pare il momento…” fu la fredda risposta…

“Ti prego… solo un minuto…”

Joe era piuttosto indeciso… quella donna gli aveva quasi rovinato la vita… non sentiva di potersi fidare di nuovo…

Poi, vinto da compassione, sospirò e disse a Jet: “Ti raggiungo tra poco…”

L’altro annuì e poi volse uno sguardo verso Mayumi, come a volerle dire “Non fare altre cazzate…”

Lei distolse gli occhi colpevole e quando rimase sola con Joe, lui parlò: “Cosa volevi dirmi Mayumi?”

“Ti chiedo perdono…” soffiò “… sono stata proprio una stronza e ti giuro, anche se non mi crederai, che sono pentita… non volevo farti del male… è solo che… io ti amo ancora…”

Joe fece per replicare, ma lei non lo permise: “Per piacere, fammi finire… ti amo sì, ma non ti preoccupare… ho capito che il mio è un amore a senso unico e ti prometto che non mi intrometterò mai più tra te e Françoise… però voglio chiederti un favore…”

Joe alzò un sopracciglio, ancora dubbioso: “Sarebbe?”

“Non ignorarmi Joe… posso sopportare tutto, persino il tuo odio, ma non la tua indifferenza…” Mayumi aveva le lacrime agli occhi… era vero… avrebbe sopportato tutto, anche l’odio da parte sua, perché se ami oppure odi qualcuno sei comunque costretto a pensarlo, anche se per poco… ma l’indifferenza pian piano ti fa dimenticare… e lei non voleva essere dimenticata…

Joe si intenerì alle sue parole… si avvicinò e l’abbracciò: “Io non ti odio Mayumi e tutto quello che ho fatto e che ti ho detto è stato in un momento di rabbia… e la rabbia a volte fa parlare a sproposito…”

Lei sorrise, cullandosi ancora un po’ tra le sue braccia…

“…Io sono felice adesso… con lei… e vorrei che, in qualche modo, lo fossi anche tu…”

Mayumi alzò gli occhi, scrutandolo… sì… lui era davvero felice… poteva leggerlo chiaramente nel suo sguardo…

Si staccò da Joe con rammarico, ma doveva farlo subito o non ne avrebbe più avuto la forza… si asciugò il viso dalle lacrime che le erano sfuggite involontariamente: “Lo sarò… magari non oggi, non domani… ma quel giorno verrà anche per me…”

Joe sorrise: “Ne sono convinto” e la lasciò per raggiungere il suo compagno di scuderia…

Mayumi lo guardava allontanarsi… ma ora aveva il cuore meno pesante… era in pace con se stessa e non provava questa sensazione da tempo incalcolabile…

“Sì… anch’io un giorno sarò di nuovo felice…”

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Françoise era inchiodata al sedile della sua monoposto… rossa stavolta… il colore della Red Wolf, la sua nuova scuderia… attendeva trepidante il via della gara…

Stavolta partiva dalla pole-position…

Le prove del giorno prima le avevano regalato la prima posizione… merito suo certo, ma anche colpa di quella maledetta benzina «modificata»…

Accanto a lei l’auto di Joe ed in seconda fila, subito dietro la sua vettura, quella di Jet… si sentì sollevata dalla loro presenza, così vicina…

Certo… era diventata molto brava a guidare quel bolide con così poco tempo a disposizione… però sentiva comunque quella scarica di adrenalina che l’assaliva sempre prima di una prova importante, qualsiasi essa fosse…

Inoltre, doveva fare del suo meglio, non poteva permettersi di agevolare in qualche modo Joe e Jet, perché altrimenti tutti si sarebbero resi conto del suo doppio gioco e la missione non avrebbe potuto essere conclusa…

E poi ci si metteva pure il percorso…

Il Gran Premio di Montecarlo era rinomato in tutto il mondo per la sua difficoltà… si correva su strada e non su pista e ciò rendeva problematico sia la gestione delle monoposto che il sorpasso…

“Françoise…”

Una voce calda la riscosse dalle sue riflessioni…

“Dimmi…”

“Ti prego fa’ attenzione…”

Non riusciva proprio a stare calmo…

Françoise sorrise mentre gli diceva: “ Amore… non pensare a me ora…”

“Mi è praticamente impossibile… eppure dovresti conoscermi…” le rispose… lei sentì chiaramente la nota di preoccupazione nella sua voce…

“Joe… tu devi fare la tua gara come il pilota professionista che sei, capito?”

Aveva ragione dannazione… aveva sempre ragione…

“D’accordo, ma…”

“Ma?...”

“… no… niente… ci vediamo all’arrivo…”

“Sarò lì ad aspettarti…”

Lui si sentì punto sul vivo: “Ehi novellina… con chi ti credi di parlare?... sarò io ad aspettare te…” concluse ridendo…

“Mh… vedremo…” aggiunse lei, ma prima che Joe potesse replicare disse: “stai attento anche tu…” e chiuse la comunicazione.

Non c’era più tempo per fare conversazione… i semafori si spensero, dando inizio all’emozionante Gran Premio di Monaco…

Tutti i piloti mantennero le posizioni di partenza, visto che il tracciato non permetteva molto i sorpassi, per cui la gara sembrava andare per il verso giusto per la Red Wolf, con Françoise in testa per più di metà percorso… Questo finché il co-pilota della ragazza non decise di combinare un guaio… nella sua smania di vincere, tentò di superare Joe che si trovava in seconda posizione…

Sotto gli occhi increduli degli spettatori, la manovra gli riuscì…

Purtroppo il pilota dei Reds aveva accelerato troppo… dopo aver sorpassato Joe, perse il controllo della sua vettura, andando a scontrare quella di Françoise che gli stava davanti…

L’urto fu talmente violento che la monoposto di lei iniziò a sbandare ed a ruotare su se stessa, terminando la sua corsa sulle gomme di contenimento del percorso…

Françoise venne sbalzata fuori dalla macchina, schiantandosi sull’asfalto… e lì rimase in una posizione scomposta, come una marionetta che si accascia dopo che le sono stati strappati i fili di sostegno…

Joe avrebbe tanto voluto urlare per la disperazione, ma dalla sua bocca non uscì alcun suono…

Parte 13

Joe non riusciva a credere alla scena che era appena passata davanti ai suoi occhi… Françoise aveva avuto un incidente ed ora era completamente immobile sull’asfalto, non dava segni di vita…

Superato il primo momento di shock, inchiodò la sua monoposto sulla pista, frenando talmente forte che le gomme lasciarono una scia fumante dietro di loro… scattò velocemente fuori dalla vettura, sfilandosi il casco dalla testa e correndo dalla ragazza svenuta… appena l’ebbe raggiunta si inginocchiò al suo fianco, chiamandola, senza tuttavia ottenere risposta…

Le tolse il casco, liberandola da quella costrizione… Françoise era incosciente e un rivoletto di sangue le usciva dalla bocca…Joe appoggiò il capo sul suo seno… respirava ancora, anche se molto debolmente…

La sollevò delicatamente per evitare di peggiorare le sue ferite, ma quel lieve movimento le fece fuoriuscire un fiotto più violento di sangue dalle labbra…

“Cazzo!!!”… Joe si voltò… Jet era accorso a sua volta e con quell’esclamazione aveva dato voce anche ai suoi pensieri…

“Merda… merda… merda!” Jet non la smetteva più di imprecare… entrambi purtroppo avevano realizzato che le condizioni della ragazza erano molto gravi…

“Basta Jet!” Joe stava letteralmente gridando… l’altro si ammutolì… non si capiva chi dei due fosse più isterico… certo era che a Joe tremavano le mani mentre stringeva il corpo svenuto della donna che amava…

Dopo qualche istante acquisì di nuovo un po’ di lucidità: “Dobbiamo portarla subito dal professore… immediatamente!”

Jet annuì e senza perdere tempo si alzò in volo mentre Joe azionava il suo acceleratore… in quel momento non interessava minimamente loro se venivano scoperti… non importava loro se il mondo veniva a conoscenza dell’esistenza dei cyborg e delle conseguenze di questa realtà… no… loro dovevano soltanto salvare Françoise…

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Il dottor Gilmoure era letteralmente spossato… aveva appena terminato l’operazione su Françoise, dopo che l’intervento era andato avanti per ben quattordici ore… era quasi mattina quando uscì dalla sala operatoria dell’ospedale… per fortuna il suo amico Sakamoto aveva molta influenza sul personale del reparto e lui aveva potuto operare indisturbato, anche se sospettava che le cose da adesso in poi sarebbero state ancora più complicate… già… perché ormai tutti sapevano che Joe e Jet non erano uomini comuni… e comunque a fare due più due e capire che anche Françoise era un cyborg ci avrebbero messo davvero poco… la Red Wolf in primis…

Alzò gli occhi sui suoi ragazzi che non si erano mossi dalla sala d’attesa neanche un minuto… avevano gli occhi gonfi per la stanchezza… soprattutto Joe… sembrava un fantasma.

Il ragazzo aprì la bocca per parlare, ma non vi riuscì, ansioso di sapere come stava la sua Françoise ma anche pieno di paura per la risposta che poteva ottenere…

Jet lo prevenne: “Dottor Gilmoure, com’è andata?”

Il professore alternava lo sguardo da lui a Joe, poi si fermò su quest’ultimo e fu in quel momento che si sentì molto più vecchio degli anni che aveva in realtà…

Appoggiò le mani sulle spalle dei suoi ragazzi: “L’intervento è riuscito…” ai due si illuminarono gli occhi, ma il sollievo fu di breve durata “ma…” continuò il dottor Gilmoure “… Françoise ha perso molto sangue… inoltre il colpo che ha ricevuto alla testa quando ha sbattuto sull’asfalto le ha provocato un ematoma che ho dovuto asportare, altrimenti avrebbe potuto riportare danni ancora più gravi…”

Fece una breve pausa e continuò: “Dobbiamo aspettare ragazzi miei… aspettare che si svegli e sperare che si riprenda…” concluse il professore.

Jet strinse i pugni, serrando le labbra…

Joe si accasciò letteralmente sulle minute poltroncine della piccola saletta… le mani a sorreggersi il capo… lo sguardo perso nel vuoto… com’era potuto succedere? Non doveva accadere… perché proprio a lei?... lei era l’ultima persona al mondo che si meritava una punizione simile… per cosa poi? Non aveva mai fatto del male a nessuno…

“È tutta colpa mia…” Joe aveva parlato talmente piano che gli altri due avevano stentato a capire la frase “… non avrei dovuto lasciarglielo fare… sin dall’inizio di questa stramaledettissima storia!”

Jet gli impedì di colpevolizzarsi oltre: “Non essere sciocco! Non è colpa di nessuno, è stato un incidente… e poi… Françoise non ti avrebbe ascoltato comunque…”

Purtroppo era vero… perché Françoise era sì una ragazza dolce e sensibile, ma molte volte aveva tirato fuori una determinazione tale che rasentava la cocciutaggine… se decideva di fare qualcosa la portava a termine, senza compromessi, anche se poteva costarle molto caro… proprio come adesso…

Dio mio… che cosa avrebbe fatto se… no… non voleva neanche pensarci… non doveva pensarci…

Ma ora lei era stesa in un freddo lettino d’ospedale, incosciente… ed era come se a Joe avessero strappato il cuore… un dolore così forte non l’aveva mai provato, neanche quando era stato trasformato in un cyborg… e poi… non poteva fare nulla, solo aspettare… e questa impotenza lo faceva impazzire…

Tutti tacevano, ognuno immerso nella propria sofferenza…

L’arrivo di Sakamoto, accompagnato da Mayumi, ruppe quel terrificante silenzio: “Come sta?”… la sua voce tradiva una preoccupazione sincera…

Il dottor Gilmoure scosse il capo: “Non possiamo ancora saperlo…” e gli raccontò i particolari che aveva già spiegato ai suoi ragazzi…

Mayumi ascoltava pietrificata… era una situazione così assurda… per quanto avesse desiderato togliersi dai piedi Françoise, non avrebbe mai voluto questo…

Non voleva che morisse, perché Joe ne sarebbe stato distrutto e lei non voleva vederlo soffrire… voleva che fosse felice, perché se lo meritava… se lo meritavano entrambi… adesso finalmente comprendeva le parole di Jet «quando ami qualcuno… vuoi solo vederlo contento, anche se questo ti fa star male…».

Abbassò la testa, incapace di proferire parola…

Sakamoto disse allora: “Mi dispiace… e vi giuro odio doverlo dire… ma dobbiamo muoverci ora che tutti sanno di voi…” e accennò a Joe e Jet “…non possiamo aspettare… possiamo dimenticarci a questo punto di vincere il campionato, però non dobbiamo permettere alla Red Wolf di farla franca…”

Jet stava per mandarlo a quel paese, ma fu preceduto da Joe che disse: “È vero…” tutti si voltarono verso di lui…

Era in piedi ora… gli occhi pieni di rabbia… “Gliela farò pagare… molto cara…”

Istintivamente Mayumi indietreggiò. Sakamoto, Gilmoure e Jet lo guardavano allibiti mente si avviava verso l’uscita… come un automa…

Non osarono fermarlo, né tanto meno provare a dirgli alcunché…

Joe non ragionava più… era diventato una macchina portatrice di vendetta…

Parte 14

Mayumi era seduta vicino al lettino su cui giaceva Françoise… la ragazza non aveva dato ancora segno di ripresa dall’operazione, avvenuta ben cinque giorni prima… era ancora immobile, collegata ai numerosi macchinari ospedalieri che monitoravano le sue condizioni…

Lei non si era mossa da lì in tutto quel tempo, voleva redimersi e quello le pareva il modo migliore per farlo…

Proprio come Joe, che si era allontanato dal capezzale della ragazza soltanto per compiere la sua vendetta personale… già… la missione era andata a buon fine grazie a lui, avevano smascherato la Red Wolf e i suoi complotti… inoltre, le intercettazioni recuperate dalla microspia indosso all’ignaro fornitore avevano fatto sì che la scuderia fosse stata squalificata per i prossimi tre campionati mondiali…

Mayumi osservava Joe mentre, appoggiato alla finestra della stanza, non staccava un attimo gli occhi da Françoise… come a volerle infondere forza, vita… come se solo il suo sguardo fisso su di lei avesse potuto svegliarla dal suo sonno…

Sapeva com’era andato l’attacco ai Reds da quello che gli aveva raccontato Jet… e ne era rimasta sconvolta… Joe aveva agito peggio di una bestia inferocita… come se fosse stato posseduto da un demone assetato di sangue… distruggeva tutto e tutti e, se fosse stato da solo, probabilmente non avrebbe risparmiato nessuno…

Per fortuna c’era Jet insieme a lui, che gli aveva impedito di diventare un killer spietato… e aveva fatto bene…

Françoise non gli avrebbe mai perdonato un comportamento del genere… per quel poco tempo in cui aveva imparato a conoscerla sospettava che la ragazza non avrebbe assolutamente approvato le sue azioni, anche se dettate dall’ira…

Si volse nuovamente verso Françoise…

Sembrava che stesse dormendo pacificamente… non pareva affatto una persona convalescente… il suo respiro era tranquillo, il suo viso, anche se pallido, non aveva un’espressione sofferente, i capelli biondi sparsi scompostamente sul cuscino la facevano apparire ancora più bambina… perché in fondo lo era davvero… era piccola Françoise…

Mayumi si intenerì verso quella ragazza così giovane eppure già così tanto sfortunata… si mosse lievemente e le scostò i capelli dal volto, sistemandoli ordinatamente sulla spalla destra di lei… poi si rivolse a Joe, mentre le rimboccava le lenzuola: “Non dovresti restare qui…”

Lui ruppe il suo mutismo soltanto per rispondere con un atono: “Non c’è nessun altro posto dove dovrei stare… dove voglio stare…”

Mayumi non replicò… povero Joe… anche lui soffriva moltissimo e lei non sapeva come fare per alleviare il suo dolore, ma fu lui a continuare il discorso: “Tu perché lo fai Mayumi?”

Lei sostenne il suo sguardo mentre gli rispondeva: “Perché è giusto così… perché glielo devo, dopo tutto il male che le ho fatto…”

Joe sospirò: “Non sei comunque obbligata…” e spostò di nuovo i suoi occhi su Françoise.

Prima che Mayumi potesse parlare a sua volta, sentirono bussare…

La porta si aprì ed entrarono il dottor Gilmoure e Jet… il professore rivolse uno sguardo interrogativo a Joe, ma lui scosse semplicemente la testa come a voler dire “ancora nessun segno…”, così, in silenzio, si avvicinò alla ragazza ed iniziò a controllare le sue funzioni vitali… le ascoltò il polso, il respiro, controllò i referti delle macchine a cui era collegata…

Sembrava tutto normale… perché allora non si svegliava?

“Non riesco a capire…” disse “i parametri medici sono buoni, pare tutto a posto… dovrebbe essersi già ripresa…”

Mentre parlava, Jet fu attratto da un movimento quasi impercettibile della mano di Françoise…

“Dottore…” riuscì a dire con un filo di voce, mentre indicava lei…

Tutti si voltarono in tempo per vedere Françoise aprire lentamente e con fatica i suoi occhi azzurri… Joe si catapultò letteralmente al suo fianco, stringendole la mano, con le lacrime agli occhi: “Amore mio… come ti senti?”

Il sorriso che era comparso sui volti di tutti scomparve velocemente…

Qualcosa non andava… Françoise lo guardava come se fosse un estraneo, come se non l’avesse mai visto prima… era… assente…

Il suo bel viso assunse un’espressione interrogativa mentre il suo sguardo passava dal dottor Gilmoure a Jet a Mayumi, per poi tornare su Joe…

Quello che il ragazzo le sentì mormorare flebilmente dopo gli fece più male di un pugno in pieno stomaco…

“Chi… chi sei tu?”

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Erano trascorsi altri tre giorni dal risveglio di Françoise… niente era cambiato… la ragazza aveva perso la memoria… i suoi ricordi si erano fermati al giorno in cui era stata rapita dai Fantasmi Neri… dopo, nella sua mente, il vuoto…

Jet le aveva raccontato più o meno la parte mancante della sua vita, chi erano loro, che cosa facevano… e lei lo aveva ascoltato a bocca aperta…

Non aveva accennato alla natura del suo rapporto con Joe… glielo aveva chiesto esplicitamente lui… non voleva inondare il suo cervello con una marea di informazioni…

Fisicamente, stava bene… proprio quel giorno infatti sarebbe stata dimessa ed era quasi tutto pronto per il ritorno a casa…

La ragazza osservava il cielo dalla finestra della sua stanza… Mayumi era con lei, per aiutarla con i bagagli, anche se fu un lavoro di breve durata… Françoise non aveva portato molte cose con sé…

Il rapporto tra le due donne era cambiato… Mayumi era stata molto vicina a Françoise negli ultimi tempi e lei le era molto riconoscente per questo… sentiva di aver trovato un’amica, una presenza confortante, e le si era molto affezionata… se solo avesse ricordato che fino a qualche giorno fa non potevano praticamente sopportarsi…

Anche Mayumi, dal canto suo, provava simpatia per Françoise e, in fondo, la ragazza era diventata quello che si avvicinava di più ad un’amica…e lei di vere amiche non ne aveva mai avute…

“Ecco fatto!” disse, mentre chiudeva la sua valigia “è tutto pronto…” ed alzò gli occhi su Françoise, che ancora guardava il cielo…

“Cara, ti senti bene?” le chiese avvicinandosi e toccandole una spalla…

L’altra sussurrò quasi…”Oh… sì… scusami… ero sovrappensiero…”

“Posso chiederti a cosa pensavi?”

“Ecco io… ecco…” Françoise aveva iniziato a balbettare ed il suo viso si era leggermente colorito…

Mayumi sorrise… aveva compreso benissimo a cosa, o meglio, a chi stava pensando, ma lasciò che fosse lei ad iniziare il discorso…

“Mayumi…” …appunto… “posso farti una domanda?”

“Certo!”

“Io… io… insomma… io non ho ancora capito che rapporto c’è tra me e… quel ragazzo…” disse roteando gli occhi e fissandoli sul pavimento… chissà perché, in quel momento, le mattonelle bianche le sembravano così attraenti…

“Quale ragazzo?” la stuzzicò l’altra…

“Oh andiamo…” e divenne ancora più rossa “quello… quel… J-Joe mi pare si chiami…” da quando in qua era diventata balbuziente?

“Perché me lo chiedi?”

“Beh perché… cioè… so all’incirca che siamo compagni di squadra… lavoriamo insieme…ma… lui si comporta con me come se… come se…”

“… come se tu fossi la sua ragazza, vero?” concluse Mayumi al suo posto.

Françoise aveva iniziato a tormentarsi le dita delle mani… “Eh… proprio così…”

“Mi pare più che normale… dato che lo sei…” disse Mayumi sorridendo…

“Cooooosa? N-no… non è possibile…”

“Calmati…” le prese le mani e percepì chiaramente il tremolio imbarazzato… “Vieni… sediamoci un momento…”

Le due ragazze si sistemarono sul bordo del letto e Mayumi iniziò a parlare: “Non riesci a ricordarti proprio nulla?”

Françoise scosse negativamente il capo…

“Non state insieme da molto…” continuò Mayumi “ma lui ti ama davvero tantissimo. Credo che sia innamorato di te da molto più tempo di quello che sembra…”

La ragazza si accorse della nota di dispiacere nella voce dell’altra, ma non le dette peso: “Ma perché non mi ha raccontato nulla di questa storia?”

“Forse non voleva angosciarti ancora di più, visto che già ti stai impegnando molto per ricordare… magari spera che tu prima o poi ti ricordi anche di lui… di quello che siete insieme…”

Mayumi tentava di consolarla… doveva essere davvero terribile dimenticarsi della persona amata…

Françoise si portò le dita alle tempie, sussurrando: “Santo cielo… io non… non ce la faccio… non mi viene in mente niente… e più ci provo, più tutto mi sfugge…” lacrime amare stavano per sfuggirle dagli occhi, così Mayumi l’abbracciò stretta mentre le diceva: “Cara, non sforzarti… la memoria tornerà vedrai… stai tranquilla… tutto si sistemerà presto ne sono sicura…”

In quel momento l’oggetto della loro conversazione entrò in stanza… Mayumi si alzò voltandosi verso di lui, mentre Françoise si asciugava in fretta le lacrime… non voleva farsi vedere mentre piagnucolava come una bambinetta…

Joe si avvicinò: “Come ti senti oggi?”

“Meglio, grazie…”… peccato che mentre gli rispondeva, teneva lo sguardo basso… dopo quello che le aveva raccontato Mayumi, non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi… era talmente in imbarazzo…

Lui se ne accorse e le sollevò il mento, fissandola: “Ne sei sicura?”

Françoise si stava perdendo in quegli occhi scuri… Mayumi aveva ragione… tra loro c’era qualcosa di più forte della semplice amicizia…

“S-sì… sto bene, davvero…” disse.

Joe le sorrise e Françoise si ritrovò a pensare che quel suo sorriso era così dolce e affettuoso… se solo avesse ricordato qualcosa…

“D’accordo” continuò lui “vieni…” e le prese la mano, avviandosi verso l’uscita…

Françoise era un po’ dubbiosa: “Dove andiamo?”

Joe le rispose serenamente: “A casa… torniamo a casa…”

Parte 15

Le ore passavano lente e con esse i giorni… le settimane… i mesi…

Era dicembre… uno dei periodi più belli dell’anno perché, nonostante il freddo pungente, era il momento del Natale… una festa che Françoise aveva sempre atteso con gioia… il Natale era sempre stato meraviglioso per lei, con le sue luci, i suoi colori… con la neve che imprigionava tutto nel suo bianco splendore e rendeva ogni cosa soffice e limpida…

Ma quest’anno non sarebbe stato così… quest’anno non c’era nessun motivo per festeggiare… non aveva ancora recuperato i suoi ricordi e questo stato di torpore, di limbo, in cui viveva da mesi ormai, la faceva soffrire…

Da quando erano tornati a Tokyo, il dottor Gilmoure le aveva messo a disposizione il suo appartamento in periferia della città… a lui non serviva perché ormai vivevano tutti alla base operativa, ma aveva detto che a lei occorreva serenità per ristabilirsi e non poteva certo ottenerla vivendo insieme agli altri… bravissimi ragazzi per carità, ma nella loro smania di volerla aiutare non avrebbero fatto altro che peggiorare la situazione…

Così, aveva raccolto i suoi effetti personali e si era trasferita in quella casa che, diciamoci la verità, le sembrava anche troppo grande: cucina, salotto, due bagni e ben tre camere da letto, oltre a due balconi… enorme…

Anche se, per quanto riguardava le camere, non si era lamentata affatto, anzi… era stata felicissima di averne almeno due disponibili…

Sì, perché Joe era stato categorico a suo tempo: dove andava lei, andava lui… non l’avrebbe più lasciata sola un istante, né di giorno né di notte…

Françoise aveva replicato sostenendo che non era una bambina e che non aveva bisogno di essere protetta, oltretutto era capacissima di difendersi da sola… discorso che era entrato in un orecchio di Joe ed era uscito immediatamente dall’altro: aveva fatto spallucce e l’aveva trascinata in auto, diretto alla sua nuova sistemazione…

Da qui il problema fondamentale: dove avrebbe dormito… lui?

Françoise sorrise tra sé a quel pensiero… la questione si era risolta da sola e comunque… vivere insieme non era poi così male… Joe era ordinato, puntuale ed un vero gentiluomo… sì… perché nonostante lei ora fosse perfettamente a conoscenza del loro rapporto, lui non l’aveva mai minimamente sfiorata in tutto quel periodo di tempo… non un abbraccio, non un bacio… niente… le aveva detto che avrebbe aspettato, che non voleva forzare gli eventi e che avrebbe atteso anche all’infinito che tornassero i suoi ricordi… le aveva detto che l’amava e che non gli importava se per adesso lei non lo ricambiava… lui le sarebbe stato vicino ugualmente…

E, in effetti, stava facendo proprio così… senza mai pretendere niente in cambio, senza lamentarsi, senza mai recriminare… e Françoise immaginava che per lui potesse essere davvero molto difficile… rabbrividì…

“Hai freddo, tesoro?” le chiese Joe premurosamente, mentre si sfilava il suo cappotto per darlo a lei…

Françoise si maledisse per la sua stupida idea di voler passeggiare di sera, al buio, in pieno dicembre, dopo che aveva nevicato e oltretutto faceva un freddo cane… ma aveva pensato che forse uscire in mezzo alla neve, come faceva quand’era bambina, le avrebbe fatto venire in mente qualcosa… invece era stato tutto inutile… idiota…

Alzò gli occhi su Joe… la guardava così teneramente…

“Perché sei rimasto con me?” gli disse… la voce incrinata dall’emozione…

“C’è bisogno di chiederlo?” fu la semplice risposta…

“È solo che… non è giusto… tu meriti qualcuno migliore di me…”

“A parte il fatto che in questo mondo non esiste nessuno migliore di te, io ti amo e non è certo un obbligo stare con te…”

Françoise lo fissava… non sapeva bene come rispondere a quelle affermazioni… non riusciva ancora a far luce sui sentimenti che provava per lui… Joe era sempre così affettuoso con lei, la trattava come una principessa e lei…lei stava davvero bene con lui…

Spesso si ritrovava a pensare che sarebbe stato bello stare tra le sue braccia, farsi amare totalmente e senza riserve… era questo il vero amore?... chissà… forse sì… certo era che quando erano insieme le batteva così forte il cuore che un giorno o l’altro gli sarebbe balzato fuori dal petto…

Abbassò di nuovo il capo, sospirando… la tristezza si impossessò nuovamente di lei…

“Vieni… rientriamo… si è fatto molto tardi…” le disse Joe.

Françoise annuì stancamente… si sentiva in colpa per tutta quell’assurda situazione…

Tornarono insieme nell’enorme casa del dottor Gilmoure ed andarono a dormire senza più dire una parola, se non un semplice «buonanotte»…


Non aveva chiuso occhio…

Continuava a guardare quel maledetto orologio che non ne voleva sapere di far scorrere le sue lancette… e pensava a lei… ai suoi occhi tristi… quegli occhi azzurri che tanto amava e che da tempo ormai non sorridevano più…

Cosa poteva fare? Cercava sempre di starle vicino, di rassicurarla nei suoi momenti di sconforto, che ultimamente si susseguivano spesso… ma non bastava… ancora non bastava…

Un dubbio atroce lo pervadeva: e se non avesse ricordato più?

No… non doveva abbattersi, almeno lui… doveva essere forte… per lei… per loro…

Si alzò lentamente, osservando ancora una volta l’orologio… le due di notte… non sarebbe più riuscito a dormire… inutile continuare a combattere l’insonnia, tanto valeva alzarsi…

Aprì la porta della sua camera, facendo attenzione a non fare rumore per evitare di svegliare Françoise… si diresse verso il balcone con l’intenzione di prendere un po’ d’aria fresca… magari lo avrebbe aiutato a riposare…

A metà strada però si fermò, attirato da una flebile luce che proveniva dal salone… si affacciò sull’uscio e la vide: era sveglia anche lei, aveva acceso il caminetto e se ne stava seduta sul tappeto, accoccolata vicino al fuoco, come un gattino in cerca di calore…

Nel vederla così un brivido lo invase da capo a piedi… era così bella… la desiderava da morire… ma non poteva certo cedere ai suoi istinti…

Fece un respiro profondo per calmarsi… adesso sì che non avrebbe più dormito…

Entrò nella stanza attirando l’attenzione di lei: “Françoise… come mai ancora in piedi?”

“Oh… Joe…” sussultò, mentre si alzava “non riuscivo a prendere sonno… ma… ti ho per caso svegliato?...”

Lui fece un cenno negativo con la mano: “No, no… ero già sveglio…”

Françoise lo guardò per un tempo che a Joe parve infinito, poi continuò: “Mi dispiace… mi dispiace davvero tanto Joe…”

“Ehi… ti ho già detto che non stavo dormendo…” disse sorridendo, ma il sorriso sparì quando si accorse che lei stava piangendo… aveva gli occhi rossi… segno che aveva pianto molto…

Rimase in silenzio… avrebbe tanto voluto poterla abbracciare, stringere a sé, ma aveva paura di essere respinto… non voleva forzarla a fare qualcosa a cui lei non era ancora pronta…

“Non mi riferivo al fatto che ti ho svegliato…” disse Françoise “ma a tutto questo…” e allargò le braccia come a voler circondare la stanza…”non voglio che tu sia schiavo della mia memoria perduta… non meriti questo…” e piangeva… piangeva ancora Françoise… continuava a versare lacrime di dolore… lei che invece avrebbe dovuto soltanto sorridere…

A quel punto Joe non resistette più… si avvicinò e le accarezzò una guancia nel tentativo di consolarla… Françoise non si scostò… sollevò i suoi occhi chiari e malinconici sul viso di lui…

“Aiutami… ti prego… aiutami a ricordare…” gli chiese tra un singhiozzo e l’altro…

Joe non capiva più niente… in quell’istante desiderava soltanto baciarla, avere con lei quel contatto che bramava da tempo… e così fece…

Non appena le sue labbra toccarono quelle di lei, Françoise sentì improvvisamente caldo… molto… troppo caldo… ma lui si allontanò quasi istantaneamente…

“Ti chiedo perdono… non… non avrei dovuto farlo…” le disse.

Ma Françoise si mosse come se fosse guidata da una forza esterna… una forza che, invece di farla scappare, la spingeva sempre di più verso di lui…

Si alzò sulle punte dei piedi e lo baciò…

E quando le loro lingue si incontrarono, a Françoise parve di sciogliersi… Joe la stava baciando come se non avesse fatto altro in vita sua, era così sensuale che lei non si rese neanche conto di quando e come fosse finita sul tappeto del salone, sotto di lui e completamente nuda…

Si ritrovò a pensare che avrebbe dovuto farlo molto prima… stava perdendo la testa… i baci di Joe la stavano trascinando in un vortice di passione… iniziò a togliergli i vestiti con frenesia, aiutata dai movimenti di lui, smaniosa di avere un contatto con la sua pelle…

Erano entrambi governati da un impulso quasi animalesco mentre si rotolavano sul pavimento, in preda al desiderio…

Joe lasciò un istante le sue labbra per sussurrarle, con voce roca: “Françoise… se non ci fermiamo adesso… non ci riuscirò più…”

Ma lei non aveva la benché minima intenzione di interrompersi… lo guardò decisa, finalmente consapevole dei suoi sentimenti: “No!... io ti amo…”

Lui stentava a credere a quello che udivano le sue orecchie, ma lei circondò le sue spalle con le braccia: “Ti amo Joe… e ti voglio… ora…”

A quelle parole lui perse ogni minimo barlume di controllo ed entrò in lei con un’unica spinta… ritrovarsi improvvisamente dentro il suo corpo caldo, dopo così tanto tempo, lo mandò in estasi…

Iniziò a muoversi continuando a baciarla, mentre con una mano le accarezzava il seno… Françoise inarcò la schiena, spingendosi ancora di più contro di lui e a Joe sfuggì un gemito, mentre sostituiva la mano con la bocca… quanto gli era mancato tutto questo… la loro era un’unione unica, completa… non era solo sesso, era la fusione di due anime che si amavano totalmente, senza riserve… due cuori che si erano cercati per tanto tempo e adesso finalmente si erano ritrovati…

Joe era veramente al limite… lei se ne accorse e lo strinse a sé ancora di più, intrecciando le sue gambe a quelle di lui e rafforzando il suo abbraccio…

Raggiunsero entrambi il piacere finale nello stesso istante, gridando senza alcuna remora…

Joe si accasciò sfinito sopra di lei che gli circondò la schiena con le braccia, rifiutandosi di allontanarsi da lui…

Rimasero così per un po’, finché lui alzò gli occhi su Françoise, sussurrandole: “Non avremmo dovuto farlo…”

Lei rispose tranquillamente: “Ti sei già pentito?”

Lui la scrutava per cogliere qualche segnale negativo… ma non ne trovò alcuno: “No… assolutamente no… è solo che… forse non era ancora il momento…”

Françoise lo interruppe: “Sì invece… anzi… abbiamo aspettato anche troppo…” gli disse, spingendosi di nuovo verso di lui…

E Joe non si fece ripetere due volte quel seducente invito…

Parte 16

Si svegliò di soprassalto grazie ad una cuscinata che gli era arrivata in pieno volto e al suono della voce di Françoise che gli diceva: “Sveglia dormiglione… sono già le 11!”

Si tirò a sedere sul letto e, con gli occhi ancora semichiusi, vide la causa del suo sonno interrotto che sogghignava appoggiata allo stipite della porta, con indosso soltanto la camicia di lui…

Joe replicò semplicemente: “Ok…adesso me la paghi…” e scattò fuori dal letto, incurante di essere ancora completamente nudo… ma lei aveva intuito la sua mossa, così iniziò a correre per tutta la casa per sfuggire alla sua vendetta…

Per Joe comunque non fu difficile acchiapparla, grazie al suo acceleratore… così, Françoise si ritrovò tra le sue braccia prima di riuscire a dire “prova a prendermi!”…

Lui l’afferrò e la sollevò senza tante cerimonie, mettendo a tacere le sue proteste con un bacio lunghissimo…

“Non vale…” disse lei quando riuscì finalmente a riprendere fiato “tu giochi sporco…”

Joe sorrise e si avvicinò per baciarla nuovamente, quando sentirono suonare il campanello di casa… lui allora la lasciò andare e Françoise si diresse verso la porta, ma Joe la bloccò: “Ehi… non ti sembra il caso di coprirti?” e accennò alla sua camicia…

Lei rise di gusto: “Io?? Ma ti sei visto?”…

E va bene: uno pari, palla al centro… Joe sbuffò e fece dietrofront per andare a vestirsi, mentre Françoise si avvicinò alla porta d’ingresso… quello che vide dallo spioncino la fece gridare di gioia ed aprire immediatamente…

“Mayumiiiii!!!!” esclamò.

“Sorpresa!” le rispose l’altra.

Le due ragazze si abbracciarono felici di rivedersi dopo tanto tempo…

“Ma quando sei arrivata?”

“Ieri pomeriggio”.

“Perché non mi hai avvisata?”

“E che sorpresa sarebbe stata, scusa?”

“Come sono felice di vederti!”

“Anch’io cara…”

Joe era rimasto immobile alle loro spalle… era accorso al primo urlo di Françoise, credendo che fosse in pericolo…

Per fortuna aveva fatto appena in tempo a mettersi un paio di pantaloni… nessuna delle due si era accorta della sua presenza, prese com’erano a parlare a raffica…

Pareva che volessero raccontarsi quello che era accaduto nelle loro vite negli scorsi sei mesi in soli sessanta secondi…

Quando Mayumi si accorse di Joe, si staccò da Françoise e con un sorrisino malizioso disse: “O santo cielo!… scusate tanto… non volevo interrompere…”

“Ma no…” rispose Françoise “guarda che ti sbagli…”

L’altra la osservò meglio: “Sì certo… e chi ci crede…”

In effetti, Joe era ancora a torso nudo e Françoise indossava una camicia che sicuramente non era sua… a meno che non fosse improvvisamente ingrassata di due taglie abbondanti… cosa che non sembrava affatto…

Lo squillo del cellulare di Mayumi sollevò entrambi dall’imbarazzante situazione… lei rispose sorridendo: “Amore… sì, arrivo… cinque minuti…”

Quando chiuse la comunicazione, si ritrovò due paia di occhi spalancati che la fissavano…

“Amore???” le chiesero all’unisono Joe e Françoise…

“Sì… perché tanta sorpresa? Mica avete l’esclusiva voi due…” disse lei, indicandoli alternativamente…

“E comunque… che ne dite di cenare insieme stasera? Così posso presentarvi il mio John…”

“Il mio John???” ormai a Joe e Françoise stavano per uscire gli occhi fuori dalle orbite…

Mayumi scoppiò a ridere: “Ok, ok…” disse alzando le mani “ci racconteremo tutto a cena… passiamo a prendervi noi alle otto… a stasera ragazzi!” e se ne andò velocemente, non prima di aver abbracciato Françoise…

Non appena Mayumi chiuse la porta alle sue spalle, Joe e Françoise si guardarono sorridendo… ne avrebbero avute di cose da chiederle quella sera…

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La cena stava scorrendo piacevolmente… le due ragazze erano felici di ritrovarsi dopo tanto tempo e non avevano smesso un attimo di raccontarsi quello che era accaduto nelle loro vite fino a quel momento…

Tuttavia, Françoise aveva un tremendo mal di testa… le doleva talmente tanto che ad un certo punto si alzò e, scusandosi, disse che aveva bisogno di respirare un po’ d’aria fresca…

Joe le afferrò una mano e le chiese preoccupato: “Ti senti male?”

“Ho un leggero mal di testa” rispose lei, portandosi una mano alla fronte…

“Vuoi andare a casa?”

“Ma no… è solo un mal di testa… passerà…”

“Come vuoi” le sussurrò, osservandola uscire dal locale…

Mayumi interruppe il suo silenzio: “Non le è ancora tornata la memoria…” non era una domanda e Joe si limitò a continuare il discorso: “… e questo la fa star male. Non so più come fare per aiutarla…”

“Mi pare che tu stia facendo molto… Françoise è felice, si vede sai?”

“Sì… ma non basta Mayumi… lo so che a lei non basta… l’ho sorpresa molte volte a piangere in solitudine e questo mi uccide…” si appoggiò alla sedia, mormorando un sofferto: “Sono proprio inutile…”

“Io non credo” intervenne John… Joe lo guardò interrogativamente “Da quello che mi avete raccontato… cose a cui stento ancora a credere… Françoise sta vivendo adesso il periodo più bello della sua vita, con te…” e accennò a Joe “… e al diavolo quello che è successo prima… forse è stato un bene per lei perdere quei ricordi… guarda che non tutto il male viene per nuocere…”

Mayumi rise dandogli un buffetto sulla mano: “Sempre il solito ottimista tu…”

“E non è per questo che mi ami alla follia?” le rispose lui, baciandola…

“Stupido…” gli disse felice…

Joe sorrise sinceramente: “Sono davvero contento per voi ragazzi…”

“Te l’avevo detto che quel giorno sarebbe arrivato anche per me…” rispose Mayumi.

Joe capì che si stava riferendo al loro chiarimento, avvenuto mesi prima durante il Gran Premio di Monaco… a quel pensiero guardò l’orologio… Françoise era uscita da più di mezz’ora… non era da lei assentarsi così a lungo senza avvisare…

Uno strano senso di inquietudine lo assalì…

“Forse ha voluto fare una passeggiata…” disse John.

“Forse… vado comunque a controllare…” rispose Joe, alzandosi…

“Veniamo con te Joe…”

“No Mayumi… non è necessario… godetevi il resto della cena… ci sentiamo più tardi…”

Uscì dal ristorante in fretta… Françoise non era nei paraggi… forse era davvero andata a fare due passi… si avviò verso casa… magari aveva fatto il percorso al contrario…era sempre più in ansia…

Certo che niente al mondo lo avrebbe mai preparato a ciò che vide non appena girò l’angolo della strada…

Françoise era appoggiata ad un muro… lo sguardo rivolto al cielo… intorno a lei tre uomini stesi a terra in posizioni alquanto scomposte, svenuti…

Per Joe non fu difficile immaginare quello che era accaduto… corse da lei, le prese il volto tra le mani, cercando di scuoterla da quella specie di stato catatonico…

Sorrideva… come cavolo faceva a sorridere??: “Françoise… Françoise, che cosa è successo?... parlami, ti prego!!”

La risposta di lei lo turbò e al tempo stesso lo rese felice: “Joe… adesso so… finalmente adesso ricordo…”

Parte 17

Era uscita dal locale sperando che l’aria fresca della notte lenisse il suo malessere, ma niente riusciva a farlo cessare… e poi… aveva come degli strani momenti di black-out in testa… non sapeva bene come chiamarli… l’ultimo proprio durante la cena con gli altri: si era vista vestita da pilota di Formula Uno, in mezzo ad una folla esaltata, abbracciata a Joe…

Che strano…che fosse uno dei suoi ricordi perduti? Un flashback della sua memoria?...

Decise di camminare un po’ per schiarirsi le idee… oltretutto provava la strana sensazione di essere seguita…

Accelerò il passo, ma non appena girò l’angolo della strada che costeggiava il ristorante la sua sensazione divenne una spiacevole realtà… fu circondata da tre uomini, o per meglio dire tre brutti ceffi…

Françoise percepì immediatamente le loro intenzioni… iniziò ad indietreggiare piano mentre li fissava con astio…

Uno di loro emise un sonoro fischio e parlò: “Uau!... guardate un po’ cosa abbiamo qui… tutta sola bella signorina?”…

Gli altri due sghignazzarono… Françoise non rispose, quindi quello continuò sprezzante: “La mamma non ti ha insegnato che è buona educazione rispondere ad una domanda?”

“Che cosa volete da me? Lasciatemi in pace!” fece per continuare per la sua strada, ma uno dei loschi figuri l’afferrò ad un polso e la costrinse a fermarsi… Françoise non ci pensò due volte e reagì graffiandogli la mano che la bloccava… quello urlò di dolore…

Gli altri due risero sguaiatamente: “Ehi ehi… la gattina ha tirato fuori gli artigli!”

“Andiamo bambolina, vogliamo solo divertirci un po’…”

Françoise adesso aveva davvero paura…

Tentò di scappare, ma fu presa per le spalle e scaraventata con forza contro il muro… nell’impatto batté violentemente la testa e cadde…

Fu un istante… nella sua mente iniziarono a susseguirsi una miriade di immagini, dapprima sfocate, poi via via sempre più nitide: il suo rapimento da parte dei Fantasmi Neri, la sua trasformazione in cyborg, la fuga insieme ai suoi amici dal covo degli stessi Fantasmi Neri, le missioni successive e… Joe… le avventure trascorse insieme, le battaglie disperate… fino agli eventi degli ultimi mesi: la missione per la Black Lion, la scoperta dei loro sentimenti… il loro amore… tutto, adesso ricordava tutto!

Non fece in tempo a gioire dell’evento che fu afferrata brutalmente per il collo e fatta rialzare da terra…

“E ora bambolina, che ne dici di divertirci insieme?”

Françoise sogghignò decisa: “Come vuoi… ma temo che la mia idea di divertimento sia un po’ diversa dalla tua…”

E quello non fece in tempo a replicare che si ritrovò il braccio spezzato all’altezza del gomito… si era mossa così velocemente che non se ne era neanche accorto… gridò di dolore: “Aaaaaaaaa!!! Brutta puttana!... addosso ragazzi!!”

Gli altri due si avventarono su Françoise, convinti di darle una lezione, ma lei non si fece sorprendere… si mosse rapidamente e li atterrò entrambi, colpendoli al volto o in parti più sensibili… il terzo, con il braccio piegato in modo innaturale, provò a reagire, ma anche lui perse i sensi definitivamente dopo un pugno ben assestato sotto il mento…

Dopo il caos e la confusione regnò il più assoluto silenzio… Françoise guardava i corpi dei suoi tre assalitori che giacevano a terra incoscienti… si appoggiò al muro e sorrise: con i ricordi aveva recuperato anche le sue abilità di guerriera cyborg… non le aveva mai perdute, erano soltanto rimaste latenti in un angolino della sua mente…

Alzò lo sguardo alle stelle… adesso era felice, nonostante la pessima avventura… era finalmente felice…

Non si rese neanche conto di Joe che la stava chiamando preoccupato… si accorse di lui soltanto quando le prese il viso tra le mani e le disse: “… che cosa è successo? Parlami, ti prego!”

E Françoise poggiò le mani sulle sue, abbassando i suoi occhi dalla luna al volto di lui: “Joe… adesso so… finalmente adesso ricordo…”

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Mi aveva riportata a casa… voleva che il Dottor Gilmoure mi visitasse subito, ma io ero fermamente decisa a rimandare tutto al giorno dopo… e poi sapevano già tutti la notizia ed io mi sentivo bene, non avevo bisogno di nessuna cura…

Volevo stare sola con lui… mi era sembrato titubante dopo la mia rivelazione… forse aveva paura che le cose potessero cambiare tra noi… volevo rassicurarlo: niente sarebbe mutato… Joe Shimamura non si sarebbe liberato tanto facilmente di me… non adesso…

“Joe…”

Eravamo davanti al caminetto acceso… lui mi guardava senza parlare ed io non riuscivo a capire se fosse felice per la mia memoria ritrovata oppure no…

Mi stavo perdendo dentro i suoi occhi… allora mi avvicinai a lui e lo abbracciai…

“Voglio fare l’amore con te…”

Mi fissò per un istante che a me parve infinito, poi sorrise… mi sollevò e mi portò in camera… dopo avermi stesa sul letto si mise sopra di me e, intrecciando le sue dita alle mie, iniziò a baciarmi…

Poi si staccò da me, rimanendo con le labbra vicine alle mie: “Françoise… ne sei proprio sicura?”

“Sì…” gli risposi… lo ero davvero… lo volevo così tanto da star male…

Tentai di baciarlo, ma lui mi sfuggì, piantando il buio dei suoi occhi nell’azzurro dei miei…

“Dimmelo ancora Françoise… dimmi che vuoi soltanto me, dimmi che mi vorrai per sempre…”

Ed io capii… aveva paura di perdermi definitivamente… i miei dubbi ebbero una soluzione: credeva che mi sarei tirata indietro dopo aver recuperato la memoria… mi amava davvero tanto… il mio cuore scoppiava di felicità: “Voglio solo te… ti vorrò per sempre…”

Solo allora mi baciò di nuovo ed io mi persi in un mondo di passione assoluta…

Mi privò del vestito lentamente, baciando ogni centimetro della mia pelle… quando rimasi soltanto con gli slip addosso, si stese sopra di me e mi fissò…

Immaginavo cosa potesse passargli in mente, così gli accarezzai una guancia: “Joe… cosa c’è?”

Lui mi rivolse uno sguardo infuocato… uno sguardo che aveva solo con me: “Sei bellissima… sei bellissima Françoise ed io non riesco ancora a credere che tu sia mia… perché mi ami? Io non ti merito…”

“Joe, ma che dici?” la sua tristezza mi angosciava…

“Perché vuoi stare con me? Io non ho fatto nulla per te… in tutto questo tempo non sono riuscito ad aiutarti…”

“Questo non è vero! Tu non mi hai mai abbandonata, mi sei sempre rimasto vicino nonostante tutto” replicai con forza…

Lui rimase in silenzio ed io continuai imperterrita, doveva capire che lo amavo davvero e quello che ci era accaduto non aveva fatto altro che rafforzare il mio amore per lui: “Quello che è successo finora non cambia niente… il mio cuore è sempre stato tuo, ricordi o non ricordi…Joe, tu sei la persona più importante della mia vita… tu sei la mia vita!”

E lui allora mi baciò, stringendomi a sé… fu in quel momento che persi definitivamente il controllo… sentivo solo le sue labbra su di me, le sue mani che percorrevano avide il mio corpo…

“Joe…” sussurrai, sopraffatta da tutte quelle emozioni che solo lui sapeva donarmi…

“Dimmi che mi ami Françoise…” mormorò al mio orecchio con voce roca…

“Ti amo… ti amo da impazzire!” risposi, quasi gridando…

“Anch’io ti amo…” disse e riprese a baciarmi… ancora e ancora…

Ero impaziente di sentirlo di nuovo mio e così lo aiutai quasi con disperazione a spogliarsi, mentre lui mi toglieva gli slip… quando fummo entrambi liberi dall’ostacolo dei vestiti, Joe mi prese in braccio e mi fece sedere sopra di lui, con le mie gambe incrociate dietro la sua schiena… gli sorrisi e mi alzai quel tanto che bastava per permettergli di entrare dentro di me… di rendermi sua ancora una volta…

E fu indescrivibile… fare l’amore con lui era sempre stato meraviglioso, ma stavolta era qualcosa di più… molto di più… eravamo di nuovo noi stessi…

Quando tutto finì, Joe alzò gli occhi su di me: “Sposami Françoise…”

Lo guardai stordita, ma i suoi occhi erano seri… non stava scherzando…

Deposi un leggero bacio sulla sua fronte: “Sì Joe… certo che ti sposo…non ho mai voluto altro…”

Lui sorrise e mi baciò ancora mentre mi stendeva di nuovo sul letto… la notte era ancora lunga…

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Eccomi qua, dopo circa un anno e mezzo dal mio matrimonio con Françoise, pronto a varcare la soglia dell’ospedale dove mia moglie sta per dare alla luce il nostro bambino… o bambina, ancora non lo sappiamo… volevamo che fosse una sorpresa e così abbiamo preferito non saperlo prima…

Non nascondo che sto provando un po’ d’ansia… spero che vada tutto bene…

Appena entro nel reparto maternità trovo Jet ad attendermi, insieme a tutti gli altri… c’è anche Mayumi, insieme a John, con il suo pancione di quasi nove mesi… eh sì… lei e Françoise sono rimaste incinte quasi nello stesso periodo e tra un po’ festeggeremo un altro lieto evento…

Mi volto verso Mayumi… Françoise era insieme a lei a fare una passeggiata quando era stata colta dalle doglie: “Dov’è?”

Non fa in tempo a rispondermi che sento un urlo disumano provenire dalla stanza accanto: “Se quello osa toccarmi di nuovo, anche solo col pensiero, lo spezzo in diecimila partiiiiii!!!!”…

Deglutisco a vuoto, dato che «quello» a cui si riferisce la mia adorata mogliettina sono io…

Mayumi mi risponde: “È là dentro…” indicandomi la stanza da dove provengono le grida di Françoise… è bianca come uno straccio, forse pensa che tra poco tempo anche lei dovrà affrontare quest’esperienza… È pallida sì, ma mai quanto me che «là dentro» ci devo ancora entrare…

Sento una mano sulla mia spalla: “Coraggio Joe… respira… è tua moglie e ha bisogno di te… magari dopo ti ammazzerà, per la gioia di tutti noi, ma adesso ha bisogno di te…”

Sempre spiritoso il mio caro amico Jet… niente lo esime dal fare stupide battute, neanche la prospettiva della mia prossima, e ormai certa, dipartita…

Così mi decido a varcare la soglia di quella stanza e la vedo… che schifo!! Non avevo mai assistito ad un parto, ma è davvero… disgustoso, orripilante quasi, insomma un vero e proprio incubo!... in questo momento avrei preferito di gran lunga essere in battaglia, in mezzo a centinaia di soldati dei Fantasmi Neri, piuttosto che qui…

Sto per vomitare dalla nausea e le gambe stanno per cedermi, ma non faccio in tempo a sentirmi male che Françoise mi afferra per il bavero della camicia, scuotendomi con violenza: “Non ti azzardare a svenire brutto deficiente! È colpa tua se sto soffrendo le pene dell’inferno! Aaaaaaaa!!!!”

Una contrazione ancora più forte e lei forza la sua stretta sul collo della mia camicia… a-a-aiuto!... mi sta letteralmente strangolando!

Sento il Dottor Gilmoure ordinare a Françoise: “ Forza cara, un’ultima spinta ed è fatta… al mio tre… uno… due… tre!”

E lei spinge con tutta la forza che ha, serrando i denti per la fatica… poi si accascia sul lettino, sfinita, allentando la presa su di me, mentre la stanza viene invasa dal pianto di un neonato…

Il Dottor Gilmoure sta tenendo in braccio un fagottino, lo pulisce velocemente con un telo e lo porge a Françoise, facendomi segno di avvicinarmi…

Ed io finalmente lo vedo… anzi…la vedo: mia figlia… è… perfetta… ha un ciuffetto di riccioli biondi ed i miei occhi scuri…

Vedo mia moglie piangere di gioia e dare un piccolo bacio sul suo nasino all’insù mentre le dice: “Piccola mia… saluta il tuo papà…”

Io le sorrido e le prendo delicatamente la manina che Françoise mi sta porgendo… e sorrido, sorrido ancora come un completo idiota mentre alterno il mio sguardo dagli occhi castani di mia figlia a quelli chiari e limpidi di mia moglie…

E mi ritrovo a pensare che, in fondo, essere diventato un cyborg è stata la cosa migliore che poteva capitarmi nella vita…

© 28/05/ 2012


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